“L’istruzione professionale – ha spiegato Borelli – può rappresentare uno strumento per favorire la ripresa economica e difendere il ‘made in Italy’ attraverso i vari settori di riferimento, pertanto va potenziata e valorizzata, soprattutto non trascurata né schiacciata”. Gli effetti sono ben visibili nelle scuole che ospitato in media dai 500 ai mille studenti, con classi di 20 o anche 30 persone, molte delle quali con disagi di varia natura.
“Noi non vogliamo preservare una scuola di vecchio tipo – ha precisato Borelli – vogliamo anzi che i nostri istituti siano considerati allo stesso modo in cui vengono trattati negli altri paesi europei”.
I vari interventi di riordino degli ultimi anni, secondo i docenti degli istituti professionali, hanno provocato soltanto un crollo delle iscrizioni e una graduale “cancellazione dei nostri istituti che un tempo erano considerati centrali nelle città di appartenenza”.
Nelle classi di alcuni istituti, come ha riferito qualche docente e qualche dirigente presente al convegno di formazione a Cervia, su trentuno studenti ce ne sono in media due portatori di handicap e 4 stranieri. “Noi raccogliamo tutto il disagio che c’è sul territorio – ha riferito il presidente -, tra ragazzi demotivati, bocciati in altre scuole, stranieri, portatori di handicap. A volte dobbiamo registrare al termine di un percorso formativo anche degli insuccessi, ma riusciamo tante volte a tirare fuori qualcosa di buono”.