Sulla valutazione degli studenti si concentra, e non solo in questi giorni, l’attenzione di quanti scrivono di scuola.
Il riferimento di molte loro argomentazioni é il tempo del “Credere, obbedire e combattere”.
L’ambito vitale della scuola contemporanea é definito dalle norme: “L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento” [DPR 275/99].
Il successo formativo è la finalità istituzionale: i tabelloni esposti nelle bacheche delle scuole alla fine dell’anno, che mostrano i voti all’incrocio dei nominativi con le materie, lo soppesano.
La loro lettura in orizzontale indica il livello delle prestazioni del singolo studente.
La loro lettura in verticale indica l’incisività del lavoro del singolo docente.
Ecco apparire l’aspetto che gli scritti sulla scuola trascurano: l’infrazione di un principio portante delle moderne scienze dell’organizzazione.
Il controllore e il controllato coincidono!
Gli strumenti per superare tale anomalia sono presenti nelle scuole.
I docenti si servono della valutazione formativa per guidare, confermare e orientare gli studenti; utilizzano la valutazione sommativa per rilevare il grado di conseguimento delle competenze specifiche, accertamento avente finalità amministrative.
Per riportare alla normalità la gestione scolastica si devono separare le due funzioni: assegnare a soggetti diversi le due modalità d’osservazione.
Il monitoraggio dei processi d’apprendimento rimarrà tra le responsabilità degli insegnanti mentre un organismo alle dipendenze dei dipartimenti disciplinari si occuperà della misurazione dei livelli delle competenze che sono state l’oggetto della progettazione didattica del docente.
L’attribuire a soggetti diversi il compito di effettuare le due rilevazioni porta a secondo effetto: l’eliminazione dell’ambiguità dell’attuale rapporto docente-allievo, come avviene per l’esame di Stato.
E’ noto che l’efficacia del lavoro del maestro varia al variare del grado di fiducia, di confidenza, di lealtà che i giovani nutrono nei confronti dell’adulto: la valutazione sommativa, che comporta l’espressione di un giudizio, intorpidisce le relazioni collaborative.
Un’ulteriore conseguenza della separazione delle due funzioni riguarda l’arricchimento informativo del consiglio di classe che disporrà di una base di conoscenza allargata per le operazioni di scrutinio: ne beneficerà la valutazione dei processi evolutivi degli studenti.
Enrico Maranzana
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