Una dirigente scolastica, su rai1, ha parlato di collegialità nella scuola (mattina in famiglia 6/4/2019).
Falsa e incurante della legge è stata la sua esposizione: l’origine del fallimento dei decreti delegati del 74 è stata riproposta. E’ stato asserito che il Consiglio di Istituto ha competenze amministrative.
La legge, invece, ha assegnato le responsabilità strategiche al Consiglio di istituto, ponendolo al vertice della piramide organizzativa.
Approvando il Piano Triennale dell’Offerta Formativa, infatti, vincola tutte le componenti scolastiche al perseguimento delle mete formative indicate.
All’origine della trasgressione sono da porre due questioni. La prima consiste nel modello di scuola cui gli operatori s’ispirano: le materie e i libri di testo scandiscono i lavori delle classi.
I traguardi di sistema, che esprimono le competenze generali che gli studenti devono conquistare per interagire con il contesto socio-culturale, appaiono come corpi estranei e, conseguentemente, il Collegio dei docenti non pratica la “programmazione dell’azione educativa”.
La seconda causa è ascrivibile al genitore, presidente del consiglio, che non ha difeso le prerogative dell’organismo.
Non ha aderito alle scienze dell’organizzazione e non ha relegato il modello gerarchico nello scaffale degli attrezzi dismessi.
Enrico Maranzana
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