La dispersione scolastica in Italia è ancora un allarme

Secondo la strategia di Lisbona, uno dei cinque obiettivi europei da raggiungere entro il 2010 nel campo dell’istruzione era rappresentato dalla riduzione del 10 per cento della quota di giovani che lasciano la scuola senza essere in possesso di un adeguato titolo di studio.
In Italia si registra sì una riduzione, ma l’obiettivo non è stato ancora raggiunto.
È quanto emerge da uno studio presentato ieri dalla Fondazione Agnelli, limitato al caso torinese, ma che dà comunque un’idea della situazione generale dell’istruzione nel nostro Paese.
Su 100 torinesi che si iscrivono alle scuole superiori, sono ben 8 gli studenti che, entro il biennio, abbandonano gli studi senza poi rientrare nel sistema d’istruzione o di formazione professionale.
La ricerca si è basata sulle risposte al test di Arianna di circa 18.500 giovani che dal 2008 al 2011 hanno risposto. Si tratta di un questionario che il Centro di orientamento scolastico e professionale (Cosp) del comune di Torino propone a tutti gli studenti di terza media e dal quale è possibile ricavare un profilo personale dei ragazzi dal punto di vista delle loro propensioni e capacità.
Quel che emerge è innanzitutto la difficoltà di scegliere quale scuola frequentare dopo le medie: uno studente su quattro dichiara di non sapere cosa farà. In genere, i ragazzi che vanno meglio a scuola hanno le idee più chiare, mentre i più indecisi sono in larga parte studenti di origine straniera.
Tra coloro che iniziano le scuole superiori, ad abbandonare gli studi nel biennio sono soprattutto i maschi, di origine socioculturale svantaggiata, di origine straniera o, se italiano, con un ritardo scolastico.
Sono inoltre 4 studenti su 10 a compiere una scelta di proseguimento degli studi al di sopra delle possibilità suggerite dal risultato oggettivo del test.
”Un buon orientamento può limitare il rischio dispersione – ha sottolineato il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto – e gli esiti della nostra ricerca suggeriscono che con alcuni aggiustamenti Arianna potrebbe diventare uno strumento di programmazione a disposizione di scuole e famiglie sia per interventi di orientamento in itinere per gli studenti con le idee meno chiare, sia per il supporto allo studio degli allievi più esposti al rischio insuccesso. Per ottenere il massimo vantaggio dalle previsioni del test pero sarebbe opportuno anticipare il test alla seconda media, tra gennaio e maggio”.
Lara La Gatta

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