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La dispersione scolastica non si combatte con la scuola d’estate

Più tempo scuola per chi non va a scuola? Questa sembra essere la ricetta del ministro dell’Istruzione per ridurre la dispersione scolastica: più tempo scuola per chi non va a scuola o la frequenta irregolarmente.

Quindi scuola aperta il pomeriggio e anche d’estate. Per carità, più tempo scuola non fa mai male, toglie i ragazzi dalla strada, può offrire delle alternative piacevoli allo studio come musica, teatro, cinema e sport.

E lavorano gli educatori del terzo settore che hanno famiglia pure loro.

Ma non si risolve il problema di chi si disperde. Qui lo Stato deve agire con il reddito di frequenza, da non confondersi con il reddito di cittadinanza: se fai frequentare a tuo figlio/a regolarmente la scuola, do un reddito alla famiglia che serve per comprare libri, quaderni, tablet e altre cose utili per la scuola. E se non lo fai frequentare, nonostante questo premio che ti do, allora siete dei pessimi genitori e vi tolgo la patria o “matria” potestà.

In questo caso dovrebbero intervenire celermente assistenti sociali e giudici minorili, ma non per comminare la ridicola multa di € 30,00 prevista attualmente e con il figlio ormai maggiorenne, dati i tempi della giustizia.

Ma sono decisioni politiche impopolari e allora meglio scuola estate: non si fa male a nessuno, gli studenti si divertono, però la dispersione resterà irrisolta.

Eugenio Tipaldi

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