Categorie: Didattica

La dispersione si combatte coi Pon

Scesa al 15%, la dispersione scolastica ha però picchi preoccupanti al Sud dove, per contenerla è atteso oggi inGazzetta Ufficiale un decreto di utilizzo dei fondi PonIstruzione per avviare iniziative contro la povertà educativa.

In particolare, la relazione tecnica al Dl parla di 900 ore in più in 2 anni in cui le scuole potranno restare aperte in orario extrascolastico per realizzare progetti anti-dispersione.

La notizia la dà Il Sole 24 Ore che ricorda l’articolo 11 del decreto con cui si  “consente di attivare interventi educativi biennali rivolti a reti di scuole, in convenzione con enti locali, soggetti del terzo settore, strutture territoriali del Coni, delle Federazioni sportive nazionali, delle discipline sportive associate e degli enti di promozione sportiva o servizi educativi pubblici per l’infanzia, operanti nel territorio interessato. Con l’obiettivo di contrastare il rischio di fallimento formativo precoce e sottrarre appeal alla capacità attrattiva della criminalità.
Entro trenta giorni dalla pubblicazione in Gazzetta, un decreto del Miur (di concerto con Interno e Giustizia) dovrà individuare le aree di esclusione sociale, caratterizzate da povertà educativa minorile e dispersione scolastica, nonché da un elevato tasso di fenomeni di criminalità organizzata. Nei 30 giorni successivi sempre il ministero dell’Istruzione avvierà il bando per l’invio dei progetti”.

 

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“Potranno partecipare- riporta Il Sole-  le reti di istituzioni scolastiche presenti nelle aree individuate con il decreto citato, che abbiano attivato, per la realizzazione degli interventi educativi di durata biennale, partenariati con enti locali, soggetti del terzo settore, strutture territoriali del Coni, delle Federazioni sportive nazionali, delle discipline sportive associate e degli enti di promozione sportiva o servizi educativi pubblici per l’infanzia, operanti nel territorio interessato.Il finanziamento della procedura è previsto dal comma 4 nell’ambito delle risorse del Programma Operativo Nazionale «Per la scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento», riferito al periodo di programmazione 2014/2020, di cui alla decisione della Commissione europea C(2014) 9952 del 17 dicembre 2014″.

“Ogni modulo didattico, secondo i costi standard definiti con la Commissione europea, può essere di 30/60/100 ore. I moduli didattici da 30 ore corrispondono a un costo di circa 6.500 euro. Ipotizzando un finanziamento di 200.000 euro – si legge nel testo – il Miur «potrà finanziare circa 30 moduli didattici da 30 ore ciascuno, che equivalgono a 900 ore in più in 2 anni in cui le scuole possono restare aperte in orario extrascolastico per realizzare progetti contro la povertà educativa. Ciò significa- conclude Il Sole 24 Ore-  che in un anno le scuole della rete potrebbero avere a disposizione circa 18 ore in più a settimana (33 sono le settimane scolastiche) per la realizzazione del progetto». Oppure le scuole, nell’ambito della propria autonomia, possono decidere di utilizzare tali ore aggiuntive di formazione nei periodi di chiusura delle scuole e pertanto anche nei mesi estivi, contribuendo così in modo netto ad una maggiore e più ampia funzione educativa della scuola aperta al territorio”.

Pasquale Almirante

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