Premesso che non ritengo giusto il provvedimento disciplinare nei suoi confronti (su ciò non posso dilungarmi per motivi di spazio), vorrei condividere con voi le mie riflessioni.
Sono rimasta francamente stupita dall’atteggiamento di non poche persone coinvolte nell’accaduto:
- Nel video degli studenti c’è un accostamento fra alcuni provvedimenti legislativi di Salvini e quelli di epoca fascista, ma senza un corretto approfondimento di dati, delucidazioni e nessi fra i due fenomeni. I due fenomeni vengono accostati senza che chi espone ciò che espone nel video porti a favore della sua tesi dei dati oggettivi e delle prove, degli argomenti che possano indurre ad una riflessione seria e onesta chi guardi il video. Abbiamo dimenticato la lezione di Platone, per la quale è fondamentale, in un ragionamento, procedere per dimostrazioni che alla fine diventano (dovrebbero diventare) non più confutabili perché razionalmente cogenti? Non amo Salvini, ma, per correttezza, come in un’ideale aula di tribunale, anche lui ha diritto ad un equo processo.
- La docente che: a. Non si accorge (?) di quanto al punto 1); b. dichiara che non intendeva fare politica; perché, quello che hanno fatto i suoi studenti cos’era? Non conteneva forse un messaggio… anche politico?
- Le reazioni in generale di insegnanti, intellettuali, giornalisti e persone non appartenenti a questi gruppi. Da troppi lati non sento levarsi voci ad evidenziare che sono stati commessi degli errori nel modo di procedere e di guidare i ragazzi. E’ facile accusare Salvini; ma si provi a pensare se un giorno accadesse al politico che abbia la nostra personale fiducia di essere accostato con degli slogan a un personaggio o a un evento sgradito… A quel punto vorrei vedere se le reazioni sarebbero le stesse!
Concludo: sono un’insegnante (palermitana, neanche a farlo apposta!) che vive nel profondo Nord da quasi vent’anni. Anche io ho studenti che si entusiasmano facilmente per persone di dubbio spessore. In classe non ho mai preso posizione. Ho semplicemente invitato, quando l’ho ritenuto opportuno, ad analizzare; analizzare dati, eventi, opinioni anche discordanti fra di loro. Solo allora ho visto un reale mutamento di coscienza. Platone aveva indubbiamente ragione!
Infine, per il collega Mario Ascione, che scrive “Così ho imparato che la cultura, e soltanto la cultura, rende liberi e fa vibrare dentro il sogno di un mondo migliore, fondato sulla giustizia”. E’ bello pensarlo, ma non è così, o almeno non necessariamente. La lista di finissimi intellettuali privi di spessore morale che hanno dato contributi fondamentali alla cultura mondiale è davvero lunga.
Una collega