Niente bocciatura se il docente ha fatto troppe assenze. Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo del Friuli Venezia Giulia (e non è la prima volta che si esprime su un caso del genere) che ha rinviato al consiglio di classe il caso di una 16enne di Pordenone che stava ripetendo l’anno dopo aver fallito gli esami di riparazione a settembre. Lo riporta Il Messaggero Veneto.
La decisione di rimandare l’allieva a settembre era stata inaspettata dato che il percorso scolastico dell’allieva era sempre stato positivo. A complicare tutto, però, un paio di insufficienze in economia aziendale e chimica.
A settembre, malgrado un’estate sui libri, la ragazza non riesce a recuperare e viene bocciata. I genitori, però, non ci stanno. E fanno ricorso al Tar. Il padre, in versione detective, scopre che il docente di chimica è stato assente per più di metà delle lezioni. Non essendo periodi prolungati, ma assenze ricorrenti, il dirigente non lo sostituisce. Ecco, dunque, il cavillo burocratico al quale si appiglia la difesa evidenziando le carenze dell’istituto e il complessivo profitto lodevole della ragazzina.
Secondo gli avvocati, il rendimento della 16enne sarebbe stato compromesso dalle assenze dell’insegnante.
“Se la scuola – sintetizza l’avvocato Da Re a Il Messaggero Veneto – non dà chance educative, non deve essere lo studente a pagarne le conseguenze. La docente in questione è stata assente per più del 50 per cento delle lezioni. Lo abbiamo ricostruito scaricando tutte le pagine del registro elettronico. Nelle ore di supplenza i ragazzi hanno seguito anche lezioni di altro genere, perché non era stata trovata una docente specifica”.
Il Tribunale amministrativo dà ragione alla ragazzina e gli organi collegiali hanno deciso che la studentessa cambierà classe e dopo tre mesi tornerà con i vecchi compagni.