Quella del prossimo anno scolastico è sempre più un’occasione mancata: nell’anno del Covid, con la necessità di mantenere il distanziamento e vivere in ambienti scolastici più grandi, con i copiosi fondi del Pnrr in arrivo, si sarebbero infatti potuti introdurre dei nuovi “tetti” numerici sulla composizione delle classi. Così da abbattere le assurde classi-pollaio ancora presenti, soprattutto nei primi anni delle scuole superiori. Purtroppo tutto ciò non è avvenuto: Governo e Parlamento hanno fatto altre scelte, puntando su altre priorità. E il ministero dell’Istruzione non ha potuto fare altro che confermare i parametri sulla introdotti con la Legge 133/08 Tremonti-Gelmini. Così si fanno classi “mostro” anche con 34 alunni. Sono rimasti, è vero, gli attuali numeri dei docenti (pur con una riduzione di alunni almeno di 50 mila unità). E dovrebbe anche essere confermato l’organico Covid, che lo scorso anno ha portato a sottoscrivere circa 25 mila contratti aggiuntivi per docenti e il doppio per gli Ata, soprattutto collaboratori scolastici. Ma non si è andati oltre.
C’è il disco rosso, ad esempio, per quell’organico dell’autonomia che avrebbe potuto far respirare i dirigenti scolastici nell’assegnazione delle ore settimanali e delle supplenze. Il risultato è che a settembre ci ritroveremo, soprattutto nei territori con maggiori “buchi” di cattedre, con delle realtà scolastiche complicate. In alcune scuole potrebbe andare peggio che in passato. Anche perché c’è da considerare che tra due mesi l’emergenza Covid, seppure meno stringente, potrebbe ancora imporre delle restrizioni. E senza un sostanzioso reclutamento estivo, si rischia di superare il record dell’ultimo anno pari a 213 mila supplenze annuali, di cui la metà su sostegno. Nei grandi centri si trovano le situazioni più complicate. Come a Roma. Ne parliamo con Saverio Pantuso, segretario regionale Lazio Uil Scuola.
Pantuso, quali sono i numeri dei posti di docenti e Ata vacanti e disponibili nella capitale?
I posti vacanti e disponibili a Roma, considerando quelli di tipo comune e il sostegno, ammontano a 8.194. Se consideriamo, inoltre, gli oltre 2.000 posti di personale ATA, arriviamo alla non lieve cifra di 10.194 unità da coprire.
E nel Lazio qual è la situazione dei posti da coprire?
Nel Lazio i posti vacanti, per i docenti in organico di diritto, dopo i movimenti, sono 10.702, considerando il solo personale docente. Se aggiungiamo i posti vacanti di personale Ata, ci avviciniamo a circa 14.000.
Per le supplenze sul sostegno cosa ci dobbiamo aspettare?
Non possiamo aspettarci che nomine da Gps e Mad, poiché non vi sono docenti specializzati.
Le risulta che la maggior parte dei precari che affiancheranno gli alunni disabili nel Lazio sono privi di specializzazione?
Assolutamente sì e questo è un fatto gravissimo.
Siamo in attesa del VI Ciclo del Tfa Sostegno ma sono numeri sempre inferiori rispetto al bisogno.
Proprio così. Ciò dimostra, ancora una volta, la totale disorganizzazione dei vertici della pubblica istruzione: non riescono, o meglio non vogliono, riuscire a programmare a livello pluriennale il fabbisogno, nemmeno approssimato, dei docenti specializzati né a porre in essere un sistema di specializzazione che sia in grado di assicurare un preciso diritto dei diversamente abili all’inclusione. Parliamo di un diritto garantito dalla Costituzione e già da anni asseverato dalla nota sentenza della Corte Costituzionale n. 215/87.
Ma perché avviene questo?
Sarebbe utile sapere se nel ministero di Viale Trastevere ricordano o conoscono questa fondamentale sentenza della Consulta, la quale stabilisce chiaramente, da decenni, che il diritto all’inclusione, quello che in passato veniva definito “integrazione”, deve sempre essere commisurato all’esclusivo interesse dell’alunno disabile.
Capitolo assunzioni a tempo indeterminato: in tutto nel Lazio quante ne potrebbero arrivare dal ministero dell’Economia?
Siamo in attesa del Decreto del Mef che autorizzi le immissioni in ruolo. Anche questo stillicidio delle autorizzazioni di volta in volta, la dice lunga circa una seria e reale programmazione pluriennale di copertura degli organici. Anche in questo caso, la Costituzione stabilisce chiaramente che ai posti pubblici si accede per concorso e quindi la regola dovrebbe essere la copertura e non l’attesa di una fantomatica “autorizzazione”. A meno che non si pensi che per dare attuazione alla Costituzione ci sia bisogno del nulla osta del Mef.
Lo scorso anno, inoltre, la maggior parte delle immissioni in ruolo andarono perse. Quest’anno andrà meglio?
Dobbiamo ricordare la particolare gravità della situazione epidemiologica di un anno fa. Anche se un sindacalista non è un indovino, non occorre possedere doti di chiaroveggenza per capire che gli organici “scoperti” in una amministrazione seria sono un segno deteriore. Qualsiasi madre di famiglia non attende che il frigorifero sia completamente vuoto per programmare i rifornimenti. Abbiamo classi di concorso prive del tutto di candidati e senza vincitori di concorso, quindi, anche quest’anno, si rincorreranno le solite e prevedibili emergenze.
Quindi, quante supplenze annuali ci dobbiamo aspettare nel Lazio?
Si conferma l’organico di diritto e di fatto del precedente anno scolastico: pertanto, siamo intorno ai 9.000 posti tra organico di diritto e fatto.
Secondo lei si riuscirà a realizzare quanto previsto nel DL Sostegni Bis, nella parte in cui si indica che le immissioni in ruolo si concluderanno entro il 31 luglio 2021?
Ce lo auguriamo, ma anche gli organici degli Uffici scolastici sono ridotti al lumicino ed ogni anno, quando la maggioranza dei dipendenti è in ferie, si pretende che i pochissimi impiegati e funzionari non usufruiscano di ferie a luglio ed agosto. Sarà arduo raggiungere anche questo obiettivo. I tempi sono ristrettissimi e non si possono raddoppiare gli orari di lavoro. Non basta pubblicare un Decreto Legge, occorre porre le condizioni perché sia attuabile ed attuato.
È pessimista anche sulle supplenze annuali che sempre nel decreto legge 73/2021 dovrebbero esaurirsi entro il prossimo 31 agosto?
Vale quanto detto per le assunzioni in ruolo. Lo scorso anno scolastico sono state conferite supplenze annuali fino quasi a dicembre.
Quindi l’Usr del Lazio difficilmente potrà garantire un inizio d’anno scolastico con tutti i docenti in cattedra con l’inizio delle lezioni a settembre?
Mi auguro vivamente di sbagliare, ma i presupposti sono del tutto negativi. Ripeto, ancora una volta, che non è possibile lavorare rincorrendo emergenze. Occorre una programmazione pluriennale seria, che prevede l’investimento di risorse adeguate alle reali necessità della scuola. Quella che forma i futuri cittadini e quindi dovrebbe avere, con la sanità, la priorità massima. Invece, con le parole e i discorsi viene definita “fondamentale”, ma poi, nei fatti, rimane la “Cenerentola” della pubblica amministrazione.
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