Il calo demografico in atto da anni nel nostro Paese sta cambiando anche la stessa struttura della popolazione.
Lo si rileva leggendo il rapporto sulle famiglie italiane reso noto il 7 marzo dall’Istat.
Il primo dato è che le famiglie aumentano ma sono sempre più piccole: il numero medio di componenti, infatti, scende da 3,35 del 1971 a 2,29 del 2019. Nelle regioni del Sud, dove le famiglie sono storicamente più numerose, si attesta a 2,5 componenti ma erano 3,75 nei primi anni ’70 e 2,92 all’inizio del nuovo millennio.
“Le profonde trasformazioni economiche e sociali che hanno interessato la penisola nel mezzo secolo osservato, il calo delle nascite, il progressivo invecchiamento della popolazione e il consistente ingresso di cittadini stranieri – sottolineano i ricercatori dell’Istat – hanno contribuito al forte ridimensionamento delle famiglie”.
Ed è così che stanno crescendo le famiglie unipersonali che erano più di 9 milioni nel 2019 (35% del totale contro il 12,9% del 1971).
Tra il 2011 e il 2019 Il maggiore incremento di famiglie unipersonali si è registrato nelle regioni del Centro (+21%), dove il peso relativo di queste famiglie è passato dal 10,9% del 1971 al 37,1%, mentre il Nord-ovest conferma il suo primato: le famiglie composte da una sola persona salgono al 37,7% dal 16,0% del 1971.
Alla crescita delle famiglie unipersonali si affianca la diminuzione nel corso del tempo di quelle più numerose. Nel 1971 le famiglie formate da cinque componenti o più erano 3,4 milioni e rappresentavano il 21,5% del totale delle famiglie residenti. Nel 2019 se ne contano solo 1,3 milioni e costituiscono poco più del 5% delle famiglie censite.
Tutto questo comporta conseguenze significative per il mondo della scuola: le reti familiari che un tempo rappresentavano un contesto educativo importante sono sempre più rare, mentre stanno diventando preminenti situazioni familiari più limitate, con uno o due figli al massimo. In non pochi casi si tratta anche di nuclei familiari di due persone (un genitore + un figlio) con evidenti ricadute sulla vita di relazione dei bambini e dei ragazzi.
Sempre di più, insomma, la scuola assumerà un ruolo decisivo per le esperienze di socialità dei più giovani.
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