Tra qualche mese giunge il momento delle gite scolastiche, quelle che nella scuola seria si chiamavano viaggi d’istruzione e che ora potremmo benissimo chiamare viaggi di distruzione o meglio ancora randagismo d’istruzione.
Si tratta d un grande circo ambulante. Sì proprio così, perché la valenza formativa del viaggio d’istruzione dov’è, non esiste più. I ragazzi tutt’altro fanno che ammirare, quando sono in gita scolastica, le bellezze del paesaggio italiano previste dal programma.
Hanno gli occhi attaccati al cellulare, intenti solo a smanettare, ridere continuamente etc… Per non parlare delle responsabilità accollate sulle spalle dei poveri docenti già piagate da tante altre responsabilità che hanno all’interno delle mura scolastiche. Sarebbe il caso di parlare di viaggi distruzione perché i docenti e gli alunni tornano distrutti dal viaggio, più i primi che i secondi. I docenti distrutti fisicamente e moralmente, gli alunni stanchi, ma galvanizzati.
L’esperienza delle gite scolastiche sta diventando un vero e proprio incubo per gli insegnanti che spesso si rifiutano di parteciparvi per le troppe responsabilità che ricadono sulle loro spalle. Qualche anno fa, si ricorderà, il MIUR emanò una circolare assurda in cui si chiedeva ai docenti, oltre che a vigilare costantemente sugli alunni, a prestare attenzione alla manutenzione del pullman con il controllo delle ruote, lo stato psico-fisico del conducente, come se i docenti oltre ad essere tali dovessero vestire i panni dello psicologo, dello psichiatra e del sociologo…e del meccanico e bodyguard!
Con una generazione di alunni indisciplinati, molti docenti preferiscono declinare la partecipazione alle gite scolastiche, in quanto il carico di responsabilità è veramente pesante. Perché non li accompagnano i genitori i propri figli in gita scolastica così si rendono effettivamente conto delle marachelle che combinano? Perché gravare il docente di una responsabilità educativa che non gli pertiene e deve essere assolta dal genitore? Ormai si è capito che i genitori sono deresponsabilizzati e vogliono dare le colpe delle loro mancanze educative dei figli agli insegnanti.
Infatti non immaginano minimamente quanto caos causano gli alunni durante il viaggio d’istruzione: urlano, sporcano, imbrattano, gettano cartacce nel pullman costringendo il conducente a rimproverarli aspramente e stare incollati al cellulare. Sarebbe il caso di depotenziare le gite scolastiche tanto altro non sono che viaggi di distruzione, altro che istruzione. I ragazzi vogliono andare in gita solo per divertirsi, per andare al Mc Donalds e ai Centri commerciali. e quindi la gita scolastica perde la sua finalità istruttiva.
Quindi per la maggior parte degli alunni il viaggio d’istruzione è solo questo: divertimento, Mc Donalds e Centri commerciali e nient’altro. Gli unici alunni interessati all’aspetto culturale del viaggio sono quelli della scuola primaria, mentre per gli alunni degli altri cicli d’istruzione la gita scolastica è solo un’opportunità per svagarsi, stare con i compagni di classe, stare lontano dall’occhio indiscreto dei genitori, fare baldoria e non rispettare alcuna regola di buon comportamento. In poche parola il viaggio d’istruzione rappresenta un momento dell’anno scolastico per sentirsi liberi, importanti e già adulti. Della sua finalità istruttiva non importa nulla.
In una grave fase di emergenza educativa accompagnare i ragazzi in gita scolastica è un’impresa difficile. Spesso gli alunni non sono gestibili nelle classi, figuriamoci quando si trovano in luoghi aperti? E poi i danni che compiono alle strutture alberghiere dove pernottano perché li deve pagare la scuola.
Facciamoli pagare ai genitori perché quando si troveranno a mettere mano ai portafogli ci penseranno tre volte a mandare in gita il figlio. Sarebbe ora il caso che le scuole riflettano su questa problematica con una generazione di alunni indisciplinati. C’è da dire che anche i ragazzi bravi, volenterosi e studiosi che si sono meritati il viaggio d’istruzione…una volta partiti chissà cosa possano combinare? L’esperienza dei docenti dice che anche questi alunni la sanno lunga.
Mario Bocola
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