La fatica di andare a scuola

Si scopre così che la media di percorrenza da casa a scuola degli studenti della secondaria superiore è di venticinque minuti, assolutamente simile a quella registrata l’anno scorso. Tuttavia a Roma la media si abbassa a 11 minuti, mentre a Torino sale a oltre 33 minuti. Anche per questo uno studente su tre usa veicoli privati a motore, ma solo lo 0,9% dei quindicenni guida il motorino, percentuale che si alza al 3,5% tra i sedicenni. Col crescere dell’età aumenta anche l’uso di scooter e macchine, fino a raggiungere la percentuale di quasi il 40% a 19 anni e addirittura il 50% a 20 anni.
Tra le otto città prese in considerazione, Carrara e Roma sono quelle più motorizzate: auto e scooter rappresentano per otto studenti su 10 il mezzo abituale di trasporto per raggiungere la scuola e per tornare a casa.
Il capoluogo dove piedi, bici e trasporto pubblico sono più diffusi è Venezia-Mestre, ma a Roma il 68,9% si sposta quasi sempre con mezzi a motore di cui il 55,4% con l’auto. Lo scooter è il mezzo preferito a Carrara, e quello meno usato a Potenza. A Ravenna il 39,1% usa invece la bicicletta, mentre a Torino sono preferiti i mezzi pubblici: sei ragazzi su dieci si affida a bus, tram e metropolitana.
L’uso di un mezzo piuttosto che di un altro influisce certamente anche sull’inquinamento ambientale: l’impatto maggiore si registra a Roma, con 29 milligrammi di Pm 10, ogni chilometro percorso, mentre a Torino e Venezia c’è l’impatto minore: rispettivamente 12 e 10 milligrammi. Stesso discorso per le emissioni di anidride carbonica (Co2), che sono limitate a 128 kg/anno complessive a studente a Venezia e a 145 kg/anno a Ravenna ma raggiungono i 511 kg/anno a Catania.
“Sebbene l’86% delle famiglie abiti a meno di un quarto d’ora a piedi da asilo, elementari, medie e superiori, almeno dieci milioni di persone scelgono di effettuare il tragitto in automobile, dando un contributo importante alla congestione, alle emissioni di inquinanti e stimolando nei ragazzi un’abitudine allo spostamento motorizzato”, sottolinea Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane Legambiente. Ma come si fa ad evitarlo?
Risponde il sottosegretario ai Trasporti Erasmo D’Angelis: “Non dobbiamo più limitarci ad applaudire da lontano le città del mondo organizzate con pianificazione degli orari e ottimi servizi di mobilità e non possiamo più essere condannati a vivere in città disorganizzate, autocentriche e in balia di ingorghi quotidiani, emergenze smog e servizi collassati. Dalla riforma del Codice della Strada in corso in Parlamento alle nuove politiche di investimenti sulle infrastrutture su ferro come metro e tramvie nelle aree metropolitane, da Palermo a Milano, dal rilancio della ciclabilità come mezzo di trasporto urbano alla riforma del trasporto pubblico locale con incentivi per gli abbonamenti, per la prima volta dopo anni il governo mette al centro un’idea di città e la qualità urbana”.
Tra pochi giorni tuttavia dovrebbe essere disponibile e scaricabile gratuitamente la nuova App del Ministero dedicata alla sicurezza nelle aree urbane, collegata alla campagna di comunicazione “Sulla Buona Strada”.

Pasquale Almirante

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