Ha preso dunque il via l’annunciato sciopero dei docenti universitari, proclamato dal “Movimento per la dignità della docenza universitaria”.
I prof sono determinati sono più di 5.444 e appartengono a 79 università: confermano di essere pronti a incrociare le braccia in occasione dei prossimi esami.
Fino al 31 ottobre potrebbero saltare i primi appelli della sessione d’esame, con conseguenti disagi per migliaia di studenti.
Al secondo giorno di sciopero, la ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ha però spiegato di comprendere i motivi della protesta: “Le risorse per i professori e i ricercatori universitari vanno trovate: la soluzione andrà definita nella legge di bilancio”, ha detto la titolare del Miur, confermando l’impegno preso fin dall’inizio del suo mandato.
“Stiamo lavorando – ha continuato – per creare le giuste condizioni e per sbloccare gli scatti” stipendiali. Nella legge di bilancio dovremo assolutamente trovare le risorse. Vale per i dipendenti pubblici e quindi anche per i docenti universitari e ricercatori, non c’è dubbio”.
A scatenare la protesta del Movimento è il mancato adeguamento delle retribuzioni. “Un blocco così lungo – ha osservato Fedeli, parlando ai microfoni di Radio24 – è ingiusto in sé e non valorizza una scelta importante del Paese di investire sul percorso formativo”.
In fase di legge di bilancio, “il Governo, la maggioranza e il Parlamento devono fare scelte di priorità – ha detto Fedeli – c’è un nesso tra mettere al centro il futuro positivo di lavoro delle giovani generazioni, che dovrebbe vedere misure importanti e significative nella legge, con i percorsi formativi e con chi qualitativamente li deve garantire, il personale docente”.
Ma il rinnovo del contratto è un tema che “riguarda tutti”. La ministra ha quindi parlato delle modalità della protesta: “Mi aveva colpito che la forma di lotta – le questioni sono aperte, vere e serie – fosse quella di penalizzare, almeno così appariva due mesi fa, gli studenti”.
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Poi si è trovato un “equilibrio” tra il “diritto dei docenti e quello degli studenti di fare i loro esami, questo mi sembra già un punto importante”. “Andremo avanti a dialogare e trovare soluzioni con le rappresentanze che oggi ci sono”.
A Radio24 la ministra ha spiegato anche di aver scritto a luglio, e di essere ancora in attesa di risposta, una lettera al Garante per capire possibilità e modalità di sciopero di un comparto non contrattualizzato. “Sono molto attenta ai criteri corretti e democratici di rappresentatività”, ha puntualizzato.
L’Ansa ha rivelato che la risposta formale sarebbe arrivata al Ministero solo la mattina del 29 agosto, “a sciopero iniziato. Il mese scorso Fedeli era intervenuta sul tema degli scatti durante un incontro a Urbino, al quale avevano preso parte anche alcuni dei firmatari della mobilitazione, e aveva incontrato, come ricordato anche a Radio24, la Giunta della Crui, la Conferenza dei rettori, come “sede qualificata” di confronto per trovare soluzioni al problema. Si attende a breve una nuova convocazione della Giunta della Crui per discutere la possibile soluzione a cui si sta lavorando.
Per il sindacato, però, il tempo delle parole è scaduto. Secondo Francesco Sinopoli, segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil, “va affrontata, subito e senza indugi, la questione salariale che riguarda i lavoratori e le lavoratrici del Pubblico Impiego. Salari fermi ormai da più di 8 anni necessitano di risposte adeguate. Tutti i settori della ‘conoscenza’, la Scuola, l’Università, gli Enti di Ricerca e l’Alta Formazione Artistica e Musicale, sono stati in questi anni definanziati e il personale che vi lavora trattato non come una risorsa, ma solo come un costo o, peggio, uno spreco”.
Intanto, gli studenti di Link propongono di “allargare la mobilitazione” di un’università ormai “in macerie”: “abbiamo la necessità di aprire un dibattito ampio e generale”.
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