La Festa del 17 marzo diventa un caso: nel Lazio scuole chiuse
Si sta complicando giorno dopo giorno la querelle su come meglio festeggiare l’anniversario del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, in programma il prossimo 17 marzo. Alla decisione del Consiglio dei Ministri di fine gennaio, di decretare Festa nazionale e tenere chiuse le scuole, hanno fatto seguito prima le rimostranze di Confindustria, preoccupata per gli effetti economici derivanti dalla chiusura delle aziende, e poi quelle del ministro Gelmini. Che nel specificare che l’ultima parola spetterà al Cdm (ma non l’aveva già presa con tanto di conferenza stampa tenuta dal sottosegretario Gianni Letta e dal ministro della difesa Ignazio La Russa?), ha tenuto a sottolineare che sarebbe meglio fare lezione celebrando l’importanza dell’unità italiana direttamente in aula davanti ai propri docenti. Ma l’Associazione nazionale dei presidi e i sindacati si sono detti favorevoli alla chiusura delle scuole in occasione della ricorrenza.
Nelle ultime ore si sono moltiplicati i commenti e le decisioni prese dalle istituzioni a livello locale. Se in alcune zone del nord-ovest, dove primeggia la Lega, prevale freddezza e indifferenza verso l’evento, da Roma sono giunte notizie sicuramente poco gradite alla Gelmini e che rischiano di innescare soluzioni controverse: il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha fatto sapere di aver posto la questione all`attenzione della Giunta che ha “condiviso la decisione di chiudere gli istituti scolastici: gli assessorati regionali alla Scuola e alla Cultura organizzeranno per la giornata del 17 marzo eventi in tutte le cinque province del Lazio, per consentire agli studenti di poter ulteriormente approfondire i temi legati all`unità d`Italia. Questo anniversario – ha aggiunto il governatore del Lazio – è particolarmente importante, anche alla luce del delicato passaggio che il paese sta compiendo verso il federalismo, per rafforzare e promuovere soprattutto tra i giovani i valori dell`Unità d`Italia”.
Una voce fuori dal ‘coro’ è stata quella diDavide Guarnieri, presidente nazionale dell’Age, Associazione italiana genitori, secondo cui il 17 marzo se dovesse prevalere l’indicazione del ministro Gelmini “sarebbe il caso di concedere ai genitori che lavorano due ore di permesso per poter andare nelle scuole, dove assieme ai figli e ai docenti si realizzerebbe una vera festa dell’unità e della cittadinanza. In questo modo si festeggerebbe in modo solenne, visto che gli istituti scolastici rappresentano il luogo della cultura”. Guarnieri non ha risparmiato dure critiche per come è stato gestito l’evento: “tutto quello che sta accadendo – ha dichiarato il rappresentante dei genitori – è frutto di una mancata programmazione. La festa o le celebrazioni sarebbero dovute essere note già prima dell’inizio dell’anno scolastico, anche per permettere alle famiglie di organizzarsi”.