La proposta formativa della Tecnica della Scuola per lavorare in classe con alunni di scuola primaria e secondaria con le fiabe, partire dalle sollecitazioni di Gianni Rodari e Italo Calvino. (VAI AL CORSO)
Calvino e Rodari si misurano entrambi, in modi diversi, con il patrimonio fiabesco. Nel 1956 Calvino pubblica Fiabe italiane, una raccolta di duecento fiabe popolari delle varie regioni italiane, che traduce dai dialetti locali, ma l’attenzione al fiabesco è evidente anche in altre sue opere. Calvino è interessato, infatti, agli aspetti strutturali della fiaba e alla “logica essenziale” che la caratterizza e ritiene che le fiabe siano “il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna”.
Anche il rapporto di Rodari con la fiaba è molto interessante. Rodari condivide le idee dello studioso russo Vladimir Propp e interviene più volte nel dibattito contemporaneo sulla fiaba, difendendo il genere e sottolineandone l’importanza per la formazione delle mente, “di una mente aperta in tutte le direzioni del possibile”.
Il corso La fiaba in Calvino e Rodari, a cura di Mariarosa Rossitto, è in programma a partire dal 14 maggio, dedicato a docenti di ogni ordine e grado.
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