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La fiaba nella scuola primaria e secondaria, un percorso da Calvino a Rodari

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Molti genitori preferiscono non leggere le fiabe popolari ai propri bambini perché le ritengono antiquate, paurose e piene di crudeltà. Eppure ai bambini di oggi le fiabe piacciono ancora. Sono narrazioni dense di significati e ascoltandole, o leggendole, i bambini vivono un’esperienza ricca e complessa. (VAI AL CORSO)

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La fiaba rappresenta inoltre il primo incontro con la struttura narrativa del racconto ed anche è un potentissimo motore per l’immaginazione.

Privare i bambini delle fiabe vuol dire impoverire il loro immaginario. Neanche la scuola, però, riesce sempre a valorizzare questo importante patrimonio culturale.

La fiaba in classe

Come si può usare la fiaba in classe? Come si può costruire un’esperienza di scrittura creativa partendo dalle fiabe? Quali tecniche usare? Quali errori evitare? Per approfondire queste tematiche Tecnica della scuola propone il webinar La fiaba in Calvino e Rodari, a cura di Mariarosa Rossitto, IN PROGRAMMA DAL 14 MAGGIO, dedicato a docenti di ogni ordine e grado.

Il webinar intende fornire un approfondimento su due scrittori e intellettuali di rilievo che, in modo diverso, si sono misurati con il genere fiabesco e intende soprattutto fornire suggerimenti e spunti di lavori per elaborare in classe dei percorsi sulla fiaba, sia nella scuola primaria che nella secondaria di I grado. Rodari in particolare ricava dalle fiabe classiche materia prima per le sue storie moderne e in Grammatica della fantasia mostra alcune tecniche interessanti per giocare con le vecchie fiabe costruendone di nuove, operazione importantissima perché stimola e allena la creatività. Come insegna Rodari, infatti, “le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore”.

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