I dirigenti delle Scuole cattoliche catanesi, riuniti in assemblea FIDAE (Federazione degli Istituti di Attività Educative) denunciano la situazione di grave disagio in cui versano le scuole cattoliche paritarie siciliane, prive del sostegno economico di cui beneficiano le scuole paritarie da Milano a Reggio Calabria.
L’autonomia siciliana nel campo dell’istruzione diventa un vulnus e contrasta al diritto di libertà di educazione, riconosciuto dalla Costituzione italiana.
Ogni anno si registra la chiusura di scuole cattoliche, riducendone il numero ed in Sicilia la chiusura di scuole cattoliche ha superato il 60%.
Servizio educativo che viene meno, posti di lavoro che vengono a mancare per docenti e personale.
Viene leso così il diritto dello studente e della famiglia a esercitare la propria responsabilità educativa in piena libertà, nel rispetto del pluralismo educativo.
E’ necessario inoltre che il finanziamento previsto venga assegnato in tempo e reso noto per una corretta programmazione finanziaria delle scuole, che si reggono unicamente sulle rette dei genitori, i quali pagano il servizio scolastico due volte: allo Stato con le tasse e alle scuole paritarie con le rette.
Una particolare attenzione è stata rivolta anche alla difficoltà di dover accogliere per legge anche gli alunni disabili dovendo farsi carico (senza possibilità di rivalsa sulla famiglia) delle spese per il docente di sostegno.
Già l’Italia si trova al 47° posto in termini di libertà educativa, discriminando la famiglia e contravvenendo a quanto proclamato anche dall’art. 26 della dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo; la Sicilia, che sventola la bandiera dell’autonomia, ha superato il 90% in termini di libertà e di rispetto dei diritti dei cittadini .
L’ARS, in quest’ultimo scorcio di legislatura, potrà contribuire, attraverso la nuova finanziaria a dare una boccata di ossigeno alle tante e belle scuole cattoliche ricche di storia e veri centri di cultura e di servizi alla Comunità.
Ogni scuola che chiude è una luce che si spegne ed un vuoto che non potrà essere colmato.
Ci pensino i Deputati regionali nel predisporre il piano finanziario del triennio.