Paola Muller, professore associato di Storia della Filosofia Medievale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, interviene su Vita.it ponendo una questione importante: perché privare alcuni ragazzi, anzi la maggior parte di loro, della filosofia? Eppure la filosofia apre la mente dell’uomo al pensiero libero, insegna a porre le domande giuste e a non dare risposte affrettate, costringe a dare ragione di ciò che si pensa e di ciò che si dice.
Se è “proprio dell’adolescenza l’acquisizione progressiva di una sempre maggiore consapevolezza nell’assumere i propri atteggiamenti e compiere scelte, conquistare gradualmente il senso della propria libertà e non seguire passivamente ciò che dicono o fanno gli altri”, allora bisogna insegnare la filosofia.
“Sono proprie dell’uomo e dell’adolescente “educato nella paideia e dotato di logos” l’esigenza di ricercare la verità e la tensione al sapere. La filosofia esprime qualcosa di essenziale per l’essere umano”.
A tale scopo, cita la professoressa, il progetto di un laboratorio di filosofia realizzato presso un istituto tecnico professionale, il Galilei Luxemburg di Milano, ha avuto l’obiettivo, “non dell’insegnamento di un’ulteriore materia tra le altre, ma di offrire una occasione per i ragazzi del biennio di ‘filosofare’, di allargare l’orizzonte dei propri pensieri in modo più consapevole e critico”.
“La prospettiva -spiega ancora la docente- è stata quella di creare un’opportunità per prevenire l’abbandono scolastico, incoraggiando i ragazzi ad “aprirsi alla grandezza della ragione”. Una ragione che può dare grandi risultati non solo a livello didattico, ma aiuta ad assaporare maggiormente il sapere, per capire chi voglio essere e non tanto che cosa voglio fare”.
Intanto su Change.org è stato lanciato il Manifesto per la Filosofia che, oltre ad avere già raccolto oltre 24mila firme, chiede «che la filosofia sia adeguatamente riconosciuta nell’esame di stato, che sia inserita in tutti i curricula scolastici, riguardando anche gli istituti tecnici, e che sia valorizzata nella formazione universitaria e nelle pratiche formative professionali del mondo del lavoro».
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