Il procedimento, scrive Il Tempo di oggi, è stato avviato della Corte dei conti per verificare se ci sia stato o meno un danno erariale da 500 mila euro commesso proprio dalla ministra dell’istruzione, Stefania Giannini. Ecosì le Fiamme Gialle si sono presentati nell’Ateneo per prelevate tutte le carte che si riferiscono ai mancati introiti su locazioni immobiliari, pari a 500 mila euro, riferiti proprio al periodo in cui era rettore la Giannini.
Il ministro, per suo conto aveva già affermato che la denuncia, risalente al novembre scorso, non aveva «avviato alcun procedimento da parte della Corte dei conti», ma la Finanza ieri si è presentata all’università proprio su richiesta del magistrato contabile che sta mandando avanti l’attività istruttoria.
La perquisizione parte per causa di una iniziativa presa nel 2008 attraverso cui si intendeva promuovere attività culturali, strettamente «connesse alla specifica finalità formativa che l’Ateneo persegue, che avessero risonanza e rilievo internazionale e culminanti nella creazione della “Scuola internazionale di cucina italiana”, nonché quello di disporre di una struttura ricettiva – anche per il personale e gli studenti strumentale alle attività istituzionali della stessa università (convegni, incontri con altre Istituzioni pubbliche, private, nazionali e internazionali, e congressi)», si legge nel documento che il presidente del collegio dei revisori ha depositato quattro mesi fa.
Il tutto pari, sembra, a un danno erariale di 525 mila euro, perché il denaro avrebbe portato «all’inutilità dell’iniziativa e al mancato raggiungimento degli obiettivi proposti al Consiglio di amministrazione e da questo autorizzati con le delibere dell’aprile, del giugno e del luglio 2008».
Non solo. Secondo la denuncia, scrive Il Tempo, c’era «l’obbligo per il Circolo del Gusto di praticare sconti pari o superiori al 10% nei riguardi del personale e degli studenti dell’università, non avendo l’inadempimento contrattuale consentito che alcuna attività di ristorazione e vendita si svolgesse concretamente, esso va parametrato con il bacino di utenza che avrebbe usufruito di detti sconti. Si tratta di almeno 5mila persone per le quali anche a voler ipotizzare tre soli accessi all’anno ai servizi di ristorazione e un beneficio di 0,50 centesimi ad occasione, l’università avrebbe garantito uno sconto complessivo di 5.000 euro».
E infine: «Con valutazione estremamente prudenziale può ritenersi che l’Ateneo abbia ricevuto un danno di 33 mila euro all’anno (e quindi di circa 140 mila euro complessivi rispetto a tutto il periodo interessato dalla nefasta iniziativa)», che complessivamente avrebbe portato a un presunto danno di 525 mila euro.
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