Lo sciopero degli scrutini proclamato dai Cobas per il mese di giugno per protestare contro i tagli degli organici della scuola si sta saldando con la protesta contro il decreto legge sulle misure finanziarie in corso di emanazione.
Con un comunicato diramato proprio in queste ore, il portavoce nazionale dei Cobas Piero Bernocchi annuncia che il 5 giugno ci sarà a Roma una manifestazione nazionale per protestare contro quella che viene definita una “finanziaria-massacro”.
E poi, a partire dal 7 giugno, prenderanno il via gli scioperi degli scrutini già calendarizzati mentre vengono annunciati uno sciopero del trasporto pubblico per l’11 giugno e uno del pubblico impiego per il 14.
“In tutto il pubblico impiego – sottolinea Bernocchi – verranno bloccati i contratti per tre anni e circa 4 milioni di lavoratori/trici subiranno nel triennio un taglio salariale tra i 1500 e i 1800 euro. Nella scuola, vi si aggiunge il blocco per tre anni degli scatti di anzianità, che, sommato al precedente, provoca un furto salariale medio intorno ai 6000 euro. Si sposta di un anno la pensione di anzianità, il pensionamento a 65 anni per le donne verrà anticipato al 2016 mentre i lavoratori non riceveranno più la liquidazione all’uscita dal lavoro ma diluita in tre anni”.
Nella giornata di domenica anche il Coordinamento precari scuola, che già aveva annunciato di voler aderire allo sciopero degli scrutini, ha preso posizione sulla manovra: “la nuova Finanziaria lacrime e sangue decisa dal governo Berlusconi conferma che a pagare la crisi saranno i fessi e gli onesti (da notare che in Italia le due parole sono sempre sinonimi)”.
Difficile dire se la preoccupazione e il malcontento provocati da una legge finanziaria particolarmente severa soprattutto nei confronti dei dipendenti statali potrà servire a far aumentare le adesioni allo sciopero Cobas.
La sensazione è che questa protesta continui ad essere legata al problema dei precari e che quindi non coinvolga più di tanto il personale della scuola nella sua totalità.
Senza contare che i due principali sindacati (Flc e Cisl-Scuola) hanno già preso posizione sottolineando come lo sciopero non potrà sortire effetti particolari in quanto, al più, dovrà essere riformulato il calendario degli scrutini.
Intanto il sindacato di Epifani ha annunciato che per fine giugno (probabilmente per il giorno 25) verrà proclamato uno sciopero nazionale contro la manovra finanziaria. Ma nella scuola lo sciopero avrà poco senso, visto che le attività didattiche saranno quasi terminate (in quella data funzioneranno ancora le scuole dell’infanzia e nella secondaria di secondo grado saranno in corso di svolgimento gli esami di Stato).
Cisl-Scuola, per parte sua, pur protestando contro le misure adottate nei confronti dei pubblici dipendenti e del personale della scuola in particolare, sta usando parole di apprezzamento nei confronti dell’intenzione annunciata dal Governo di varare un piano di assunzioni per 20mila precari (ma secondo altre versioni le immissioni in ruolo potrebbero essere solo la metà e quindi sarebbero persino inferiori ai pensionamenti).