Viene confermata la norma, già varata dalla finanziaria Prodi per il 2008, che prevede in media un rapporto di un docente di sostegno ogni due alunni disabili. E fin qui nulla di nuovo sotto il sole. Poi l’articolo sulla scuola continua: “La scuola provvede ad assicurare la necessaria azione didattica e di integrazione per i singoli alunni disabili, usufruendo tanto dei docenti di sostegno che dei docenti di classe. A tal fine, nell’ambito delle risorse assegnate per la formazione del personale docente, viene data priorità agli interventi di formazione di tutto il personale docente sulle modalità di integrazione degli alunni disabili.”
La finanziaria non risparmia nemmeno i disabili
E qui cominciamo a tremare. In definitiva si tratterebbe di assegnare i disabili anche a docenti non specializzati, in modo da “formare” tutto il personale docente sulle modalità di integrazione degli alunni disabili. Il ministro Gelmini assicura che non verrà fatto nessun taglio ai finanziamenti per la disabilità, ma la preoccupazione per la possibile eliminazione di un intervento specializzato resta. Se tutti diventano edotti nella didattica per gli alunni con handicap, ci sarà più bisogno di docenti ad hoc?
Eppure la vita degli insegnanti di sostegno spesso non è facile. Una docente precaria segnala che in un istituto tecnico commerciale di Bari a un ragazzo svantaggiato si insegnava in un’aula come una prigione. Alla fine dell’anno scolastico, l’insegnante, a sorpresa, ha chiesto al provveditore agli studi, Giovanni Lacoppola, che le fosse riconosciuto il punteggio doppio, così come previsto dalla legge per chi opera nelle carceri. Indagando con attenzione il provveditore ha scoperto che, per disposizione della preside dell’istituto, per tutto l’anno scolastico la docente ha insegnato chiusa a chiave in un’aula a parte con uno studente autistico, uno strano provvedimento adottato per evitare che lo studente si allontanasse. Inoltre la docente in questione ha confessato di averlo spesso dovuto accudire e pulire perché soffriva anche di incontinenza. In base a un accordo con i genitori e con la dirigente dell’istituto, la professoressa ha addirittura dovuto anche trascorrere del tempo con il ragazzo in orario extracurriculare, accompagnandolo in un centro commerciale e ai giardini pubblici.
Salta in aria il provveditore agli studi: promette di segnalare la vicenda alla magistratura, perché può ipotizzarsi il reato di sequestro di persona o sottrazione di incapace.
Il sostegno nella scuola italiana è anche così, a luci (poche) e ombre (molte). E la manovra finanziaria non risparmia altre lunghe ombre sulla futura integrazione dei disabili.