Licenziata dalla Commissione Bilancio, la legge finanziaria approderà martedì 6 in aula con pochissime modifiche rispetto al testo originario.
Gli articoli che riguardano la scuola (65, 66,67, 68) sono rimasti praticamente identici.
Neppure le modifiche proposte dalla Commissione Istruzione sono stati approvate dalla Commissione Bilancio che, anzi, ha espressamente cassato la proposta di cancellazione dell’art. 67 sulla clausola di salvaguardia sui risparmi previsti per la scuola (poco più di 3 mililardi di euro in tre anni).
Per ora non c’è traccia né di modifiche al numero di assunzioni ATA (il ministro Fioroni aveva annunciato che ne avrebbe chiesto almeno in raddoppio, rispetto alle 20mila previste) nè alle norme sull’elevamento dell’obbligo scolastico che non piacciono nè alla sinistra radicale nè a Cgil-Flc.
In compenso un emendamento del Governo approvato durante la notte fra il 3 e il 4 novembre ha inserito il bilancio del Ministero della Pubblica Istruzione fra quelli da “razionalizzare”: in pratica a partire dal 2007 a viale Trastevere dovranno trovare il modo di risparmiare 40milioni all’anno; il rischio è che si debbano rivedere i trasferimenti alle scuole. Intanto due parlametari di Forza Italia (Alfano e Marinello) hanno presentato un emendamento che accoglie in pieno la richiesta che i sindacati confederali stanno facendo da più di un mese: abrogare il comma 218 dell’art. 1 della legge finanziaria 2006 garantendo in tal modo il riconoscimento totale dell’anzianità pregressa del personale ATA transitato dagli Enti Locali allo Stato.
A questo punto formulare previsioni diventa pressochè impossibile.
I sindacati si sono dichiarati soddisfatti per aver ottenuto che d’ora innanzi i contratti saranno automaticamente approvati 55 giorni dopo la firma della pre-intesa.
In realtà la questione principale (entità delle risorse destinate al rinnovo dei contratti pubblici) non è ancora del tutto chiara.
La sensazione è che i sindacati del comparto potrebbero accettare che i 4 articoli sulla scuola non vengano toccati, in cambio di qualche modesta concessione sul rinnovo del contratto.
Nelle prossime ore si conosceranno con esattezza i testi di tutti gli emendamenti già approvati e soprattutto si saprà con maggiore precisione se il Governo abbia intenzione di proporre ulteriori modifiche direttamente in aula.
La partita si presenta difficile e aperta: Padoa Schioppa non intende rivedere le cifre complessive della manovra, mentre la sinistra radicale continua a chiedere modifiche sostanziali ad alcune norme particolarmente significative (rapporto classi/alunni, numero di assunzioni, obbligo a 16 anni, entità dei risparmi, contributo alle scuole paritarie).
Ogni soluzione è ancora possibile. E non è da escludere che proprio sui problemi della scuola si apra all’interno della maggioranza una crisi di difficile soluzione.