Le scelte del Governo, in perfetta continuità con quelli precedenti, vogliono piegare la scuola e le università alle logiche del mercato e agli interessi delle imprese. Disoccupazione di massa, esclusione e marginalità sociale delle nuove generazioni sono le conseguenze delle politiche di austerità adottate dall’Europa e non si intravede alcun cambio di passo. L’attacco all’art.18 intende cancellare la garanzia per i lavoratori ingiustamente licenziati di tornare nel proprio posto di lavoro. La vera priorità è allargare per tutte le tipologie di lavoro i diritti e le tutele. Invece si vuole consegnare il potere unilaterale alle imprese nel decidere come assumere e come licenziare abolendo la civiltà del lavoro. Per creare lavoro servono investimenti in ricerca, innovazione e istruzione e non ulteriore precarietà! Il Welfare deve garantire i diritti di cittadinanza a tutti estendendo gli ammortizzatori sociali e introducendo il reddito minimo. La scuola deve essere gratuita. Si riparta dal diritto allo studio per garantire a tutti il diritto universale al sapere. E’ questo il vero cambiamento di cui il Paese ha bisogno.
Si nega il rinnovo del contratto nazionale per tutti i lavoratori pubblici per ritornare al controllo della politica sui lavoro pubblico riducendo fortemente i salari e le libertà.
Per queste ragioni bisogna aprire una lunga fase di mobilitazione che unifichi giovani, sindacato, movimenti e associazioni perché solo con larghe coalizioni sociali si può affermare un vero cambiamento.