Persone che – spiega il segretario generale della categoria, Mimmo Pantaleo, “per un paradosso del nostro sistema di welfare sono i soggetti più esposti ai rischi ma anche i meno tutelati dallo Stato sociale. Nella scuola, nell’università, nella ricerca sono centinaia di migliaia le lavoratrici e i lavoratori precari, moltissimi dei quali rimasti senza contratto di lavoro o a rischio espulsione, costretti a gravare sul sostegno delle famiglie d’origine perché per loro il welfare prevede poco o niente”.
Con questa iniziativa, prosegue la nota, “il sindacato, insieme a tutte e tutti coloro che vorranno animarla, avanza al Parlamento alcune richieste minime di civiltà: stabilizzazione dei rapporti di lavoro, estensione del sostegno al reddito nelle fasi di non lavoro anche a chi lavora con contratti precari; istituzione di un reddito minimo per liberarsi dal ricatto del ‘lavoro-a-qualsiasi-condizione’ che grava sulle tante e i tanti giovani del nostro Paese, su chi è senza lavoro, chi lo cerca, chi vuole studiare; sostegno alla malattia a prescindere dal contratto di lavoro; diritto universale alla maternità anche per chi il lavoro non ce l’ha o lo ha a termine”.
“Vogliamo aprire – conclue Pantaleo – un grande dibattito pubblico nel nostro Paese su come si assicura un futuro ai più giovani e ai meno giovani, ai lavoratori stabili e precari e a chi un lavoro non ce lo ha ancora, su come garantire opportunità e non lasciare da soli i tanti cervelli costretti a fuggire all’estero”. Per questo nei prossimi mesi la Flc attiverà un percorso di iniziative e dibattiti sul welfare e sui diritti universali da assicurare a prescindere dalla tipologia di lavoro e anche a coloro che un lavoro non ce l’hanno.