I lettori ci scrivono

La formazione dei docenti non è una priorità

Il legislatore, vent’anni fa, ha riconosciuto la natura sistemica della scuola. Una definizione inascoltata a causa di una generalizzata e costante disattenzione per le regole. Un comportamento che ha originato il richiamo del ministro Patrizio Bianchi sulla parcellizzazione degli insegnamenti e sulla persistente centralità dei programmi.

Il fatto non è isolato: la voce del legislatore non è mai riuscita a rimuovere incrostazioni didattiche centenarie.

Si propongono alcuni esempi:

1974 – la struttura organizzativa è rimodellata. Specifici organismi sovraintendono la funzione strategica, la funzione tattica e quella esecutiva.

La trasgressione della norma è documentata dagli organigrammi che le scuole hanno messo in rete.

1999 – L’autonomia valorizza le potenzialità gestionali. Essa “Si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana”. Il richiamo ministeriale è un inequivocabile sintomo della mancata osservazione della regola.

2003 – La funzione docente è ridisegnata per conseguire la finalità istituzionale: “Sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali”.

2012 – Si certificano le competenze. L’adempimento, se fosse stato correttamente inquadrato, avrebbe mostrato un duplice scenario. Il primo, riguardante le potenzialità degli studenti, avrebbe circoscritto lo spazio collegiale e unificato gli insegnamenti. Il secondo, attinente ai singoli docenti, avrebbe finalizzato l’utilizzo delle materie di studio alla stimolazione e alla promozione di capacità.

2021 – Esame di Stato. La griglia ministeriale di valutazione del colloquio prevede la “Acquisizione dei contenuti e dei metodi delle diverse discipline del curricolo”. Si tratta di un’indicazione pregnante perché i metodi disciplinari non si possono insegnare, si acquisiscono praticandoli. Ne consegue la centralità dei laboratori in cui gli studenti, opportunamente stimolati, fanno ricerca per conquistare, autonomamente, il sapere.

La casistica esposta evidenzia come la formazione dei docenti sia un falso problema: la loro attività, infatti, è il momento conclusivo di un articolato processo progettuale.

Enrico Maranzana

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