Arrivano in redazione alcune domande da parte di lavoratori Ata che chiedono alcuni chiarimenti in merito al piano di formazione indicato dal Miur con nota n. 40587 del 22/12/2016.
La formazione, si chiedono molti, è da ritenersi obbligatoria o facoltativa?
L’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana, interpellato in merito alla questione dai sindacati locali, sottolinea che la formazione in oggetto sia da intendersi come formazione in servizio non obbligatoria, che la formazione del personale ATA è da ritenersi una risorsa fondamentale per una piena attuazione dell’autonomia scolastica, per il miglioramento dei processi organizzativi e didattici, nonché per l’effettiva innovazione dell’intero Sistema Istruzione.
Ricordiamo, come riporta il sito della Flc Cgil, che il Decreto prevede uno stanziamento complessivo di euro 2.300.000 da assegnare alle scuole polo per la formazione delle reti di ambito, già individuate in base al decreto 797 del 27 ottobre 2016, e definisce anche i criteri e le modalità di gestione dei percorsi formativi da realizzare per la formazione del personale ATA.
I destinatari delle attività formative sono:
Le iniziative di formazione sono così suddivise:
Il primo e il secondo segmento di formazione prevedono anche la collaborazione e il coinvolgimento di docenti, Dirigenti scolastici, alunni e genitori.
I formatori dei corsi, di cui si avvarranno le scuole-polo, saranno individuati attraverso avviso pubblico, sulla base di alcuni requisiti ritenuti essenziali, quali l’esperienza triennale di formazione nel contesto scolastico, competenze digitali/amministrative, conoscenze relative al piano di formazione connesso alle tipologie professionali interessate, abilità relazionale nella gestione dei gruppi.
Al termine del percorso formativo verrà rilasciata una certificazione individuale, che per le aree A e B, sarà utile come punteggio ai fini dell’attribuzione delle posizioni economiche.
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