La formazione docenti sull’orientamento formativo andrebbe resa obbligatoria. Una considerazione del collaboratore della Tecnica della Scuola, il dirigente scolastico Salvatore Impellizzeri, nel corso dell’appuntamento Live dell’11 novembre.
Tuttavia l’esperto chiarisce: “Quando si parla di obbligatorietà, è giusto intendere non un obbligo per legge. Nella logica dell’organizzazione scolastica, basta deliberare un piano della formazione sull’orientamento nell’ambito del Collegio docenti e quello poi diventa vincolante per tutti perché è una scelta funzionale al Ptof”.
Insomma molti docenti sono già formati, ma la sfida sarebbe quella di agire a tappeto, proprio come si sta facendo sul fronte della formazione sull’inclusione e sul sostegno, con le 25 ore.
“Il problema di fondo – continua il dirigente scolastico – è cambiare prospettiva in fatto di orientamento e abbandonare l’abitudine a basare un suggerimento orientativo sulle performance degli alunni, per spostarsi su un piano di carattere psico-pedagogico e formativo che si fondi sulla didattica per competenze, che permetta al ragazzo di rendere spendibili nel mondo esterno le competenze acquisite a scuola”.
Protagonista di questo nuovo approccio culturale è la didattica orientativa. Ma cos’è esattamente?
“La didattica orientativa di fatto – spiega ancora il dirigente – altro non è che la didattica che supera il nozionismo fine a se stesso, rendendo possibile ai ragazzi, mediante compiti di realtà, di agganciare ciò che si fa a scuola rispetto alla realtà, ma questo richiede un cambiamento culturale anche dal punto di vista del bagaglio culturale del docente, in quanto già nel lavoro dei dipartimenti si deve ragionare su questo tipo di didattica, mentre oggi siamo ancorati alla didattica tradizionale”.
La direzione del viaggio è comunque già tracciata – conclude Salvatore Impellizzeri – dato che “il legislatore è avanti” e ha già delineato un percorso, che passa dalle Linee guida ministeriali sull’orientamento, ma anche dal Pecup, dagli Assi per la scuola secondaria, dalle indicazioni nazionali e da tutte le competenze considerate importanti dall’Ue, come imparare ad imparare o lo spirito di imprenditorialità e iniziativa, e molto altro.
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