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La formazione in itinere dei docenti e lo sviluppo del pensiero critico

Il Piano nazionale di formazione degli insegnanti prevede un investimento di 325 milioni di euro  che diventa – come previsto dalla legge 170/2016, art. 1, comma 124 – “obbligatoria, permanente e strutturale”. Sarà presto adottato con decreto del Ministro e sarà subito operativo. Se a queste risorse si aggiunge il miliardo e 100 milioni della Carta del Docente, si arriva a un totale di 1,4 miliardi stanziati nel triennio 2016/2019 per la formazione del corpo insegnante.

Non ci sono precedenti per un impegno di spesa simile del Miur per valorizzare la crescita professionale dei docenti.

Il Sole 24 Ore, nel “Domenicale”, ricorda il suo impegno per gli Stati generali della Cultura e la funzione strategica che i docenti devono avere per accendere il “pensiero critico” nel curriculum dei loro alunni.  

Saranno coinvolti infatti nel Piano di formazione i circa 750mila docenti di ruolo.

Nove le priorità tematiche, ricorda Il Sole: tre riguardano le competenze di sistema (Autonomia didattica e organizzativa, Valutazione e miglioramento, Didattica per competenze e innovazione metodologica),

le altre sei mirano all’innovazione (Lingue straniere, Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento, Scuola e lavoro) e all’inclusione (Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale, Inclusione e disabilità, Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile).

 

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La qualità dei percorsi sarà assicurata attraverso nuove procedure di accreditamento a livello nazionale dei soggetti erogatori che consentiranno anche di monitorare gli standard offerti. Sarà fatto un investimento specifico sulla ricerca in questo campo, pari a tre milioni di euro, per favorire il finanziamento, la raccolta e diffusione delle migliori startup formative.

Le «buone pratiche» formative, saranno raccolte, a cura dell’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa), in una «biblioteca delle innovazioni».

La ministra Stefania Giannini ha dichiarato che «siamo davanti ad un cambio di paradigma culturale: da oggi ciascun docente sarà inserito in un percorso di miglioramento lungo tutto l’arco delle sua vita professionale. Abbiamo immaginato la formazione in servizio come un ambiente di apprendimento permanente, un sistema di opportunità di crescita costante per l’intera comunità scolastica”, ponendo una particolare enfasi sulla centralità della didattica per competenze, che afferisce agli aspetti strategici del sistema.

Quella stessa didattica per competenze viene vista dal PNF come la chiave di volta della nuova formazione dei giovani: «la didattica per competenze rappresenta inoltre la risposta a un nuovo bisogno di formazione di giovani che nel futuro saranno chiamati sempre più a reperire, selezionare e organizzare le conoscenze necessarie a risolvere problemi di vita personale e lavorativa. Questa evoluzione concettuale rende evidente il legame che si intende oggi realizzare tra le aule scolastiche e la vita che si svolge al di fuori di esse, richiedendo alla scuola – e soprattutto a ciascun insegnante – una profonda e convinta revisione delle proprie modalità di insegnamento per dare vita a un ambiente di apprendimento sempre più efficace e commisurato alle caratteristiche degli studenti».

Il Piano nazionale di formazione degli insegnanti, chiosa Il Sole 24 Ore,  potrebbe favorire concretamente l’introduzione nell’insegnamento dell’esercizio del pensiero critico, e far diventare così solo un ricordo lontano i bassi risultati dei nostri giovani in lettura e comprensione dei testi, e ridurre il diffuso analfabetismo funzionale. 

Pasquale Almirante

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