Categorie: Didattica

La formazione moderna non può privarsi della “realtà aumentata”

Per realtà aumentata (augmented reality, in inglese abbreviato AR) s’intende l’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante livelli d’informazioni.

Tali informazioni sono in genere elaborate e trasmesse elettronicamente, perché non sarebbero percepibili con i cinque sensi. Si può parla di AR anche quando le informazioni invece di essere “aggiunte” sono “ridotte” per presentare una realtà più nitida, coinvolgente e più approfondita dell’esperienza di conoscenza su un determinato oggetto.

Le informazioni non presenti nel campo visivo che aumentano la “realtà percepita sono aggiunte su computer o dispositivi mobili, tramite una webcam e dei relativi software, in grado di riconoscere appositi “ marcatori” , che immediatamente sovrappongono sui rispettivi schermi contenuti multimediali come video, audio.

Esistono diverse applicazioni sviluppate sul mercato che sfruttano questa tecnologia per offrire servizi sempre più accattivanti ed innovativi. Ma la AR potrà diventare un valido supporto in un prossimo futuro (si spera non così lontano), anche nella didattica e nella formazione scolastica.

La Realtà Aumentata ha infatti un enorme potenziale per l’uso in classe in quanto crea nuovi ed entusiasmanti modi per gli studenti di interagire e confrontarsi con l’ambiente circostante.

Se gli studenti visitano un museo, o vanno in gita, per esempio, gli insegnanti possono programmare indizi, pezzi di informazioni o video educativi che compaiono quando si scatta una foto.

Quando gli studenti usano i loro dispositivi mobili per scattare una foto di una statua in particolare o di un’opera d’arte, le informazioni sull’artista e/o il contesto storico, in questo modo, possono essere immediatamente messe a loro disposizione.

I libri tradizionali verranno affiancati o sostituiti da augmented book, in cui le informazioni fornite attraverso il supporto cartaceo si arricchiscono sullo schermo con elementi virtuali e interattivi. Le pagine, inquadrate da una videocamera, apriranno le porte a un mondo al confine tra reale e virtuale, in cui i contenuti si animano favorendo l’apprendimento.

Ci sono poi le piattaforme di E-learning project, le quali uniscono le modalità standard di fruizione dei corsi on line con momenti di augmented reality.

 

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Scopriamo alcune interessanti idee sviluppate a livello internazionale e utilizzate nell’ambito più ampio della formazione:

“TexTales”: un set di lenzuola per bambini che contiene nel tessuto delle immagini visibili con la Realtà Aumentata.  Inquadrando le lenzuola, è possibile far apparire i personaggi delle fiabe in 3D attraverso un semplice smartphone o tablet.

Blippar : è un’ applicazione di realtà aumentata per smartphone sviluppata per far divertire i bambini, che viene attivata attraverso un passaporto britannico. Quando i passeggeri inquadrano con lo smartphone la famosa copertina marrone del passaporto nei loro display apparirà un vero e proprio aeroplano in 3D che decolla!
Da qui si potrà “volare” virtualmente in varie destinazioni o fare pratica con la lingua del paese di arrivo.

Elements 4D: è un innovativo progetto di realtà aumentata costituito da dadi interattivi con lo scopo di aiutare gli studenti ad apprendere in modo più visivo, educativo e ludico le proprietà di idrogeno e ossigeno e tutto ciò che è chimica.

‘Augmented Lecture Feedback System (ALFs):  è un sistema basato da alcuni ricercatori dell’università di Madrid sulla realtà aumentata che aiuta i docenti e gli studenti attraverso lo scambio di “feedback”, in tempo reale, sulle lezioni di classe. Infatti, per gli insegnanti, può essere difficile accorgersi di quando gli studenti stanno effettivamente capendo e “assimilando” le informazioni.

L’agenzia pubblicitaria Dentsu, in collaborazione con il più diffuso quotidiano Giapponese The Tokyo Shimbun, ha recentemente sviluppato un’applicazione di realtà aumentata che “traduce” i quotidiani per i bambini. 

 L’applicazione, , è stata creata con il desiderio di includere anche i bambini nella lettura del giornale nel tentativo di aiutarli a comprendere le notizie che in generale non sono “scritte” per loro, “contribuendo in questo modo positivamente alla comunicazione all’interno della famiglia e all’educazione infantile”. 

A questo punto, non resta che sperare in un rapido sviluppo e diffusione di questa tecnologia che consentirà una diversa metodologia della formazione.

 

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Dino Galuppi

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