“Come si può affidare di fatto la programmazione del futuro Ssn a chi non riesce ad organizzare neanche un quiz? Il clamoroso fallimento dei test di accesso a medicina con 5.000 studenti riammessi dal Tar riapre una questione spinosa per la formazione e per l’efficienza dei reparti ospedalieri. Apprezziamo le buone intenzioni del ministro Stefania Giannini, ma non ci sentiamo del tutto rassicurati perché serve un cambiamento radicale, non solo sui test, ma sull’intero sistema formativo”.
“Siamo disponibili, come società scientifica, a dare il nostro contributo per migliorare il percorso di formazione dei medici – ha aggiunto – innanzitutto bisogna riprogrammare il sistema formativo post-laurea e formare i futuri medici nei luoghi dove si fa formazione sul campo e non solo teoria. Le attuali scuole di specializzazione sono fuori dagli standard europei per casistiche operatorie realmente eseguite dagli specializzandi. Acoi propone il passaggio della formazione post laurea dal Miur al ministero della Salute con l’istituzione degli ospedali di formazione in base ai volumi di attività dei singoli ospedali. Volumi che, in base ai dati Agenas, sono nettamente superiori nei reparti ospedalieri rispetto alle università. Come si forma un medico senza il rispetto degli standard europei di volumi di attività? E’ questo il vero problema, al di là dei test”.
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