L’indebolimento dei legami sociali, educativi, affettivi e familiari, sta spingendo una percentuale sempre più alta di giovani ed adolescenti a lasciarsi coinvolgere, complice anche l’abuso delle nuove tecnologie della comunicazione, nella pericolosa e diffusa
pratica del sexting, invio di immagini sessualmente esplicite, che riguarda anche fasce di adolescenti tra i 12 e i 17 anni.
I contatti sessualizzati che hanno come protagonisti minori e le segnalazioni al Tribunale dei minorenni per lo scambio e la diffusione tra ragazzi di materiale pedopornografico, sono in costante e graduale aumento.
Generalmente, i ragazzi e le ragazze nel momento in cui si scambiano, attraverso gruppi creati nelle chat dei social network, video o foto dal contenuto inequivocabile, non sempre sono consapevoli di avere tra le mani materiale pedopornografico, né tantomeno si rendono conto, qualora le immagini dovessero andare a finire nelle mani sbagliate, delle gravi conseguenze a livello sociale, psichico, emotivo, affettivo e relazionale.
Le cause di questa moda, sexting e selfie sessualizzati, diffusa tra i giovanissimi, e non solo, sono da ricercare nella naturale ricerca dell’identità sessuale, nella familiarità ed assuefazione ai contenuti sessualmente espliciti e, soprattutto, nella separazione, ormai ben consolidata, tra sessualità e amore.
Pertanto, non è difficile notare come la crescente rilevanza e pervasività della dimensione del piacere in ogni aspetto della vita, tenda ormai a far coincidere il progresso e la realizzazione personale con la libertà sessuale, una libertà che, spesso, ruba la
vita e porta alla solitudine.
Si può dire che la caduta di quelle “inconsapevoli difese” create da anni di inibizioni, pregiudizi e tabù verso la sfera sessuale e, conseguentemente, l’alienazione di alcuni principi etici, non abbiano fatto altro che favorire l’ostentazione della propria intimità, la diffusione di un’atmosfera ossessivamente erotica e l’affermazione della “cultura del piacere”.
Gli adolescenti, traditi dal mondo moderno, hanno, oggi, una vita che è continuamente sottoposta a stimoli conturbanti e morbosi che deturpano la naturale bellezza e mettono a dura prova l’innocenza e l’autenticità.
Ragazze e ragazzi vivono in un contesto sociale che offre continue immagini sessualmente provocanti e la rete, approfittando di una maggiore autonomia e libertà, orienta giovani e giovanissimi verso il fiorente mercato del sesso.
In che modo, allora, bisogna intervenire per proteggere e tutelare la salute, la fragilità, e l’intimità violata di questi ragazzi e di queste ragazze? Come realizzare un’adeguata formazione delle coscienze? Come avviare a livello scolastico e familiare un dialogo improntato sull’educazione affettiva e sul corretto uso del proprio corpo?
In una società piena di carenze, insufficienze e contraddizioni sia a livello educativo sia a livello familiare, occorre fornire un’educazione che non provochi né coltivi conflitti tra natura e cultura, tra sessualità e socialità.
Ciò presuppone la necessità di incanalare gli adolescenti verso una vita felice, ricca di esercizio fisico e di interessi culturali, di attività creative e sociali soddisfacenti che, probabilmente, potrebbero far superare questo importante periodo di crescita senza eccessivi turbamenti.
Serve, in pratica, a scuola e in famiglia, anche se la famiglia non è più quella comunità naturale, quel cerchio caldo in cui si viene comunque accettati e protetti, un’etica sessuale e un’educazione affettiva basata fondamentalmente sull’incontro armonico con
l’alterità e sulla consapevole e profonda differenziazione tra amicizia, amore e gioco spinto.
Solo nel calore dell’amore che permea il complesso dei sentimenti è possibile esercitare un benefico influsso sull’animo dei giovani e conferire un valore morale nobile e impegnativo alla vita.
Da ciò dipende la loro felicità, in ciò si manifesta la loro attitudine ad aprirsi al confronto critico e aperto per il superamento di alcune fragilità e debolezze.
Va ricordato, inoltre, che in età adolescenziale le esigenze sessuali sono ancora troppo generiche ed a soddisfarle concorrono, piuttosto, l’inestimabile valore della tenerezza e la gioia morale del dono di sè.
Per questo, anche se i ragazzi vivono, oggi, una vita che quasi li “obbliga” a percorrere vie sempre più grigie e squallide, bisognerebbe ricominciare a parlare non di sesso, ma della meravigliosa ricchezza dell’amore.
Per fortuna qualcuno comincia ad avvertire il peso di certi condizionamenti. Così scriveva una studentessa in un suo sfogo poetico: “E così mi abbandono completamente a lui. La società dice che debbo farlo. Maledetta società!”.
Fernando Mazzeo
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