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La foto del ministro Valditara bruciata da mamme di alunni: come si fa a insegnare ai giovani se i genitori fanno questo?

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“Come possiamo pretendere di insegnare qualcosa ai ragazzi se le loro mamme bruciano la foto del ministro davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito? In questo gesto c’è la spiegazione dei tanti problemi che noi troviamo a scuola”. A dirlo è stata Anna Maria De Luca, dirigente scolastica del liceo Montessori di Roma, la scuola che è stata al centro delle polemiche per le sanzioni date a due ragazzi che hanno fatto il saluto fascista. La riflessione appare quantomeno pertinente.

Il riferimento della preside – giunto in coincidenza della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – era a quanto accaduto poche ore prima davanti al ministero dell’Istruzione, dove alcune attiviste del movimento “Aracne” hanno bruciato una foto del ministro, gridando anche frasi pesanti contro il numero uno del Mim: “Valditara inchinati alle sorelle che si proteggono”; “Valditara sei un bidone di patriarcato”;  “Valditara scegliti un insulto”; la sagoma di una bocca e la scritta “Valditara non esiste”, riferendosi alle parole del ministro secondo cui il patriarcato non esisterebbe più.

A dire la sua a proposito dell’escalation di violenza sulle donne è stata anche Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana.

“C’è un mondo di modelli familiari che possono fare la differenza: l’idea di coppia che ho ereditato, cosa significa il rispetto dentro una relazione, che idea di “maschio” ho maturato.

Secondo la psicologa “non si nasce violenti. C’è una storia, c’è un’infanzia, ci sono vissuti, anche maltrattamenti subìti. Ecco perché è fondamentale la prevenzione: prima interveniamo e prima corriamo ai ripari. Quando, ad esempio, vediamo a scuola una ragazza aggredita da un compagno diventa essenziale intervenire a protezione, in classe, sottolineando che quello è un comportamento che fa male”.

Gulino è convinta che occorra “lavorare in prevenzione” perchè “serve ad aiutare una donna a dire di ‘no’ ad un comportamento aggressivo, insegnando a suo figlio, a sua figlia che bisogna pretendere rispetto da chi ci sta vicino, soprattutto se quella persona dice di amarci. L’amore non fa male”

A livello politico c’è chi ha condannato duramente quanto accaduto davanti al Ministero, in particolare la foto del Ministro bruciata: “è paradossale, peraltro, compiere azioni di questo tipo proprio ad una manifestazione contro la violenza”, ha detto Rita dalla Chiesa, vicepresidente dei deputati di Forza Italia.

“L’ondata di odio che ha travolto il governo, e in particolare il ministro Valditara, non accenna purtroppo a fermarsi: ci aspettiamo, quantomeno, una condanna da parte di tutte le forze politiche, perchè quanto sta accadendo in queste settimane è preoccupante e indegno per un Paese civile. Al ministro va tutta la mia solidarietà”, ha concluso Rita dalla Chiesa,

Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, ritiene, invece, che “Valditara è ministro dell’Istruzione e con i movimenti e le piazze si deve confrontare, anche quando le polemiche sono aspre e le contestazioni dure”.

Il problema, ha continuato Zanella, è che “con le dichiarazioni che ha fatto, in relazione al tema dei femminicidi e violenze maschili sulle donne, negando la matrice di origine patriarcale e addossando la colpa, seppure parziale, al capro espiatorio di turno, gli immigrati, cosa si aspettava, un ripensamento di massa da parte delle donne? Ovvio che soprattutto le più giovani si siano sentite provocate e abbiano reagito con indignazione e rabbia”.