I sindacati coralmente chiedono a gran voce un accordo Aran da firmare in settembre per tradurre in contratto quadro l’intesa raggiunta il 3 maggio. Al ministro è stata manifestata la forte preoccupazione per l’approvazione della conversione in legge della spending review che prevede solo tagli e norme punitive per il personale scolastico.
Sono state, tuttavia, apprezzate alcune aperture da parte di Patroni Grifi che ha assicurato: “che già dalla prima settimana di settembre il ministro confermerà un calendario di incontri con i sindacati per discutere di tutta la partita del pubblico impiego, a partire dalla trasformazione in contratto dell’Intesa del 3 maggio”. E poi l’attesa soluzione sulle possibili eccedenze negli enti pubblici a seguito dei tagli: “Non ci saranno esodati né licenziamenti nel pubblico impiego.
Patroni Griffi ha confermato che eventuali esuberi godranno del pre-pensionamento, cioè delle regole sul pensionamento pre-riforma Fornero, e che quindi saranno accompagnati alla pensione senza soluzioni traumatiche”. Scrima della Cisl scuola ha chiesto che si proceda analogamente anche per i docenti in esubero e quelli inidonei per salute, per i quali la legge prevede il passaggio ad altri profili. “Si apra subito un confronto, come chiesto dai sindacati, per evitare di veder mortificati professionalità e titoli del personale. I tempi previsti dal decreto legge per l’inquadramento in altri ruoli sono assolutamente impraticabili, vanno senz’altro rivisti”.
Pur considerando positiva la volontà del ministro di avviare un serio confronto i sindacati scuola non abbasseranno la guardia: “La mobilitazione continuerà senza sosta.
L’obiettivo è vigilare sull’effettiva attuazione degli impegni. Ma anche ottenere, all’interno del calendario di incontri concordato con il ministro, un C.C.N.Q. sulle relazioni sindacali da sottoscrivere all’Aran, per rafforzare la partecipazione del sindacato alla riorganizzazione della P.A. Cioè per rafforzare il contributo dei lavoratori ad un riordino di enti e servizi che tagliando gli sprechi veri, le spese inutili, i cda delle società partecipate, recuperi risorse per il risanamento dei bilanci e per retribuire meglio le professionalità”.
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