“Professoressa, lei è mai stata in America?” mi chiede il mio alunno F. a conclusione di non so quale discorso.
“No” rispondo io, “mai messo piede sul suolo americano.”
“ E a New York? “continua lui.
Chissà dov’è New York nell’immaginario geografico dei miei alunni. Parecchi ridono, i “saccenti” della classe commentano con aria di superiorità. Inizialmente rido anch’io, poi però metto fine a questo scoppio di ilarità e Insisto nel ripetere che quella di F. era probabilmente una domanda retorica,un modo di avere un’ulteriore conferma….Insomma, una sorta di tautologia. Ma mi fermo subito: inutile mettersi ora a spiegare il significato di paroloni come tautologia….o di formule grammaticali come “domanda retorica”. Cose troppo ambiziose.
Ma se New York è tanto lontana, la Lombardia è molto più vicina; perciò quello che ha detto la mia alunna A. stamattina è sicuramente più grave: oserei dire imperdonabile .Sul libro di storia, parlando della dominazione spagnola in Italia, abbiamo trovato un accenno ai Promessi Sposi : “E’ un romanzo ambientato sul lago di Como “ informo preventivamente. “Lo leggeremo l’anno prossimo”
“Ma dove sta Como? “ mi sento chiedere. Già piuttosto contrariata dall’ignoranza dimostrata con questa domanda, rispondo: “In Lombardia,non lontano da Milano!”
“Ah , io credevo stesse nel Lazio!” è il commento di un’alunna.
Dopo simili risposte,a parer mio, arriva l’ora di parlare seriamente di un preciso argomento : la geografia ….materia sempre negletta e trascurata; materia di serie B….disciplina che nelle scuole medie sta sempre più stretta tra italiano e storia, insegnata da docenti di lettere che la confinano nell’ultimo esiguo spazio tra le loro tre materie….geografia che in alcune scuole superiori sparisce del tutto, mentre in altre resta ma viene camuffata in modo grottesco dietro la nuova dicitura geostoria…. Io credo sia arrivato il momento di scegliere: o non la insegniamo più, o le restituiamo la sua dignità e la riqualifichiamo completamente.
So già che cosa obietterebbero in molti: che in un’epoca di grandi innovazioni come la nostra, con tutti i mezzi messi a disposizione dalla nuova tecnologia,lo studio geografico è diventato una cosa troppo banale: quasi scontata, ormai. Che ci vuole, basta servirsi di Google immagini per trovare qualunque cartina geografica…..a che servono, oggi, gli atlanti di una volta …Dobbiamo consultare mappe, piante e carte stradali? C’è Google Maps, dov’è il problema?
Ma mi verrebbe voglia di rispondere a tutto ciò con un’altra domanda: perché, allora, tanta ignoranza?
E’ inutile avere a disposizione strumenti sofisticati come quelli di oggi e non usarli: non usarli, per lo meno, allo scopo di arricchire le proprie conoscenze e di colmare vuoti paurosi. Allora, d’accordo, rivoluzioniamo il modo di studiare geografia, cerchiamo sistemi più accattivanti che possano catturare l’interesse degli alunni…. rendiamo questa materia il più pratica ed operativa possibile , ma restituiamole la sua dignità! E soprattutto facciamo in modo che i nostri alunni, proprio perché nell’ottanta per cento dei casi non avranno più occasione di studiarla in seguito, la studino come si deve nella scuola dell’obbligo: con tutte le tecniche digitali che vogliamo:ma purché si conosca la geografia!
Nadia Ubaldi
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