La Gilda insiste: contratto prof slegato da quello degli Ata
La Gilda degli insegnanti torna alla carica nei confronti dei massimi rappresentanti del Governo nel chiedere un’area di contrattazione specifica dei docenti da “sganciare” rispetto a quella del personale Ata. Stavolta lo fa attraverso una lettera aperta che il coordinatore nazionale ha inviato il 30 aprile al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e al ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta. Il sindacato dei docenti vorrebbe, in sostanza, una collocazione lavorativa simile a quella adottata nel comparto sanitario, dove i medici possono da anni contare su un modello contrattuale separato rispetto al resto del personale (infermieri, tecnici ed ausiliari).
Nella missiva il sindacalista spiega che questa soluzione è indispensabile per il “riconoscimento del ruolo istituzionale degli insegnanti“. Oltre che “fondamentale per valorizzare l’istruzione e renderla realmente volano della ripresa economica, culturale e civile del nostro Paese“. Valorizzando il ruolo del personale docente, attraverso un contratto separato, la Gilda è convinta anche che si farebbe chiarezza su “diritti e doveri inequivocabili consentendo di richiedere assunzioni di responsabilità precise“.
Nella lettera il coordinatore della Gilda spiega che la separazione “non comporterebbe alcun aggravio di spesa”. Almeno per l’inizio: la creazione di un contratto a parte potrebbe infatti avere come conseguenza nel tempo anche quella di una progressiva elevazione del reddito dei docenti. Che al momento in Italia percepiscono in media poco più di 1.300 euro netti al mese. Uno stipendio superiore, rimanendo in Europa, solo a quello degli insegnanti della Grecia e di nemmeno tutti i Paesi dell’Est.
Nell’elencare i vantaggi dell’area contrattuale separata, il sindacalista fa riferimento alla sentenza 322/2005 della Corte costituzionale, la quale si è espressa a favore di questa ipotesi “sancendo la specificità della funzione docente“. Ma anche al sondaggio commissionato dalla stessa Gilda alla Swg sui problemi della categoria, sottolineando che di fronte a questa prospettiva “il 63% dei docenti italiani si è detto favorevole a questa proposta”.
Non tutti i sindacati sarebbero però soddisfatti di vederla applicata: soprattutto l’Unicobas, che pochi giorni fa durante il convegno “Scuola. L’alternativa alla controriforma”, si è fatta promotrice di un disegno di legge , sostenuto anche dall’Italia dei valori e l’associazione Altrascuola, attraverso il quale intende valorizzazione di tutti i dipendenti scolastici attraverso un contratto non più di tipo impiegatizio ma che dia la possibilità di valorizzare l’impegno del personale docente ed Ata. Senza però alcuna divisione contrattuale tra i docenti e il resto dei lavoratori scolastici.