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La giornalista Neumann: “La scuola non è un parcheggio: nei parcheggi fa fresco, non cadono a pezzi e non chiudono per 14 settimane”

In questi giorni si parla moltissimo di scuola d’estate, soprattutto dopo le parole, pronunciate La Stampa lo scorso sabato 22 luglio, dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. A commentare la sua proposta è stata, con un intervento pubblicato nello stesso quotidiano, la giornalista Assia Neumann.

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Come sopravvivere a tre mesi di scuola ferma?

“La scuola non è un parcheggio, perché almeno nei parcheggi fa fresco e poi non cadono a pezzi, ma, soprattutto, i parcheggi non chiudono per 14 settimane di fila”, con questa frase provocatoria ha esordito la Neumann.

“In Italia il calendario scolastico si basa sul ciclo del grano, messo in piedi oltre un secolo fa per permettere anche ai figli dei contadini di andare a scuola: oggi non mi risulta che i minori possano lavorare, oltre al fatto che mangiamo tutti senza glutine. Ho una modesta proposta: depenalizziamo l’abbandono di minore. Mandiamo i bambini a fare balle di fieno, rendiamoli autonomi economicamente, perché onestamente questa è l’unica soluzione per i genitori che devono lavorare, senza centri estivi, né tate, né nonni”, ha proseguito.

Ed ecco quelle che a suo avviso sono forti contraddizioni: “Siamo andati sulla Luna, ma nessuno nel 2023 sa spiegare alla gente come sopravvivere senza aiuti esterni, con 3 mesi di scuola ferma e lavorando 8 ore al giorno. È forse questa la nuova stagione di Squid Game? O è per colpa della lobby degli homeschooler? Dei balneari? Dei tassisti? Delle
scuole private? Cosa succede in quelle 14 settimane? Il peggior scenario possibile riguarda le famiglie che non hanno nonni né possibilità economiche: i centri estivi comunali sono pochi, inadeguati, non coprono 14 settimane”.

Il problema della disoccupazione femminile

“Prendiamo la scuola primaria che chiude la prima settimana di giugno e riapre a metà settembre. Quando riapre ci
sono diverse settimane dove non viene fatto il tempo pieno e i bambini escono intorno a mezzogiorno: nessuno si sa spiegare perché ogni anno si verifica questo buco nero spazio-temporale, sarà qualche dimostrazione comunale della teoria dello spazio curvo. In tre mesi di vacanza c’è la dispersione delle conoscenze acquisite, si chiama summer learning loss, e casualmente colpisce i ragazzi che provengono da famiglie meno istruite e abbienti. Ma continuiamo pure a parlare di merito. Poi, certo, fa caldo, fosse inverno almeno bruceremmo i banchi a rotelle per scaldare i bambini”, ha continuato.

“Ho come il leggero sospetto che tutto sia teso a tenere le donne a casa. Le mamme (recentemente anche i papà)
possono entro l’anno del figlio licenziarsi e prendere la Naspi. Facendo due conti conviene, per il semplice motivo che tutto quello che si guadagnerebbe lo si girerebbe direttamente ad asili nido che non ci sono e alle baby-sitter. Poi i bambini crescono e per 14 settimane, se una famiglia non ha nonni né soldi che fa? Niente, conviene stare a casa. Poi facciamo quelli che si stupiscono che non si facciano più figli, e che il tasso di occupazione femminile sia tragico: perlomeno risparmiamoci la sceneggiata. Abbiamo voluto la bicicletta? Sì, e voi la bicicletta mica le mettete nel parcheggio”, ha concluso Neumann.

Redazione

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