Il 3 dicembre si celebra la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità 2016.
La Giornata è un appuntamento che è stato istituito nel 1981, in occasione dell’Anno Internazionale delle Persone Disabili, con lo scopo di promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi della disabilità, sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e allontanare ogni forma di discriminazione e violenza.
La giornata del 3 Dicembre costituisce senza dubbio per tutti i movimenti italiani di e per i disabili un’opportunità importante per organizzare convegni e riflettere sullo stato dell’arte della qualità dei nostri diritti, ma anche un’occasione per praticare la cultura dell’inclusione, attraverso iniziative concrete.
A tal proposito, la Federazione Nazionale Delle Istituzioni Pro Ciechi ha inaugurato lo scorso 12 novembre in Roma, presso lo Spazio Fontana del Palazzo delle Esposizioni di via Milano 13, la mostra multisensoriale “Sensi Unici”. Unitamente alla mostra, infatti, saranno organizzati e realizzati anche attività didattiche rivolte alle scuole e alle famiglie, laboratori aperti sul tema della scrittura braille e sui libri tattili, nonché due eventi speciali, di cui il primo proprio in occasione dell’odierna Giornata internazionale delle persone con disabilità.
Tale primo evento consiste in un laboratorio gratuito per grandi e piccini, con inizio alle ore 16,00 e chiusura alle 18,00. Abbiamo ottenuto un grande successo, con più di 50 prenotazioni, tra bambini, ragazzi, genitori ed adulti disabili visivi e pure “normovedenti”.
Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare tutta la cittadinanza sull’importanza, sull’utilità e, soprattutto, sull’attualità del sistema Braille.
Infatti, nonostante i molteplici benefici recati ai minorati della vista dal sistema di lettura e scrittura Braille, ideato da uno di loro, appositamente per loro, purtroppo ancora molti manifestano una forte ostilità nei suoi confronti. Da molti genitori di ragazzi con disabilità visiva, ad esempio, il braille è considerato emarginante e stigmatizzante. In qualche modo, l’apprendimento del braille è identificato con il riconoscimento definitivo della cecità del figlio: occorre rispetto per il sentire di ognuno, ma noi abbiamo l’obbligo di far sapere che nel contesto sociale attuale, l’analfabetismo crea enormi difficoltà. L’autentica emarginazione deriva dall’impossibilità di risolvere problemi, non già dagli strumenti con i quali i problemi si risolvono.
Ma facciamo un po’ di storia del Braille, per far comprendere meglio ai nostri lettori di cosa stiamo parlando.
IlBraille è il sistema di lettura e scrittura in rilievo, ideato dal francese Louis Braille, per consentire anche ai ciechi di leggere e di scrivere, di comunicare, di fissare il proprio pensiero, di studiare, di lavorare e di integrarsi nel contesto sociale di appartenenza.
Fu inventato nel 1829 dal ventenne francese Louis Braille, che proprio quell’anno pubblicò: “Procedimento per scrivere le parole, la musica e il canto corale per mezzo di punti in rilievo ad uso dei ciechi ed
ideato per loro”.
Si tratta dell’opera con la quale egli faceva conoscere la scrittura a sei punti in rilievo impressi su un cartoncino, da lui inventata e che è quella ancora oggi utilizzata dai ciechi di tutto il mondo.
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Il metodo Braille, infatti, dopo le iniziali difficoltà ad imporsi (in quanto considerato, erroneamente, come un mezzo di segregazione del non vedente, piuttosto che di sua integrazione) ebbe il suo primo riconoscimento internazionale al Congresso universale per il miglioramento della sorte dei ciechi e dei sordomuti tenuto a Parigi in occasione dell’Esposizione universale del 1878, quando venne decisa la prima generalizzazione internazionale del metodo Braille originale non modificato.
Quindi, seguirono nel 1917 l’adozione del Braille originale pure negli Stati Uniti d’America, nel 1929 il riconoscimento internazionale della Notazione musicale Braille ed, infine, nel 1949, su decisione dell’Unesco, l’uniformità’ dei vari alfabeti Braille, cosicché esso venne adottato nelle lingue arabe, in quelle orientali e nei dialetti africani, diventando, così, il metodo universale di lettura e di scrittura dei ciechi di tutto il mondo utile nel terzo millennio pure per leggere la musica e studiare la matematica e la tifloinformatica (l’Informatica destinata ai disabili visivi).
Dunque, oggi, i non vedenti di tutto il mondo sono consapevoli dell’importanza decisiva che l’invenzione di Braille ha avuto per la loro vita. Senza l’alfabeto ideato da Braille, essi sarebbero rimasti indefinitamente esclusi dalla cultura e dal lavoro, i soli mezzi grazie ai quali hanno potuto liberarsi dalla condizione di perenne dipendenza dalla compassione, dalla beneficenza e dagli altri, per divenire protagonisti consapevoli della loro integrazione sociale.
Tornando al nostro laboratorio sul Braille di cui sopra, presso il Palaexpo di Roma, il motivo principale che ci ha ispirato alla sua organizzazione sta nel fatto che molte volte abbiamo sentito dire che il Braille è ormai superato e che non serve più. Lo dicono anche troppi insegnanti per il sostegno che, particolare tutt’altro che trascurabile, non solo non conoscono adeguatamente il Braille che dovrebbero insegnare agli alunni affidati alle loro cure, ma che non di rado rifiutano anche di impararlo, relegando i malcapitati bambini alla condizione di analfabeti strumentali.
A tali criticità, la Federazione Nazionale Delle Istituzioni Pro Ciechi ha sempre cercato e cerca costantemente di ovviare, promuovendo in giro per l’Italia innumerevoli e molteplici laboratori ludico-didattici sui libri tattili illustrati ed, ovviamente, sul metodo Braille, da destinare a tutti i pubblici di ogni età ed abilità.
In tal senso, per la ricorrenza della Giornata della disabilità, la mostra “Sensi Unici” del Palazzo delle Esposizioni di Roma diventa lo spunto per tutta una serie di attività laboratoriali pensate per consentire ai visitatori di tutte le età ed abilità di giocare e di interagire tra loro, grazie al Braille. Si tratta di attività funzionali all’esperienza mostra, organizzate sotto forma di laboratori ludico- creativi, in cui i materiali e la libertà interpretativa nell’uso del Braille creano interessanti momenti di confronto tra bambini, ragazzi, genitori ed insegnanti non vedenti, ipovedenti e vedenti, un luogo innanzitutto di divertimento, di esperienza e di condivisione dei valori.
Lo spazio LABORATORIO come luogo d’incontro educativo e di formazione, a quindicome unico protagonista il linguaggio tattile.
Tutti i partecipanti vengono introdotti al mondo dell’illustrazione multisensoriale e al linguaggio braille attraverso un’esposizione teorica e alla creazione di piccoli progetti artistici guidati dagli operatori della Federazione Pro Ciechi Stefano Alfano e Pietro Vecchiarelli.
Insomma, a chi ci dice superficialmente che il metodo Braille è obsoleto e che è uno “stigma”, noi della Pro ciechi rispondiamo con i fatti ed in modo concreto, con i nostri laboratori, dimostrando invece come esso sia capace di abbattere ogni barriera linguistica, culturale e di abilità e, soprattutto, di rappresentare ancora un “modernissimo” e fondamentale “strumento” d’inclusione.
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