Servono nuovi strumenti per combattere il cyber bullismo e soprattutto è necessaria una maggiore collaborazione a tutela dei ragazzi, dalla scuola alle famiglie alle Regioni.
E il garante, Soro, ha detto a Unomattima su Rai1: “Bisogna mettere in evidenza i lati oscuri della rete e allertare sugli aspetti distorsivi che possono emergere dall’uso di questo strumento”
Profumo ha invece sottolineato che “già dal 2007 il ministero dell’Istruzione lanciò una campagna contro il bullismo e il cyberbullismo ma da allora il mondo è radicalmente cambiato. Tutti gli strumenti tutt’ora attivi sono elementi per la partenza di questo progetto”.
“Lungi da noi l’atteggiamento proibizionistico, ludistico e ostile – ha spiegato Soro -. Dobbiamo fare di tutto per evitare la demonizzazione dell’uso della rete e dei social network, di tutto ciò che è nuova comunicazione e ha cambiato il modo di fare comunicazione.”
Però, ha continuato il Garante per la privacy, non dobbiamo dimenticare i rischi del cyberbullismo che “è un fenomeno sottovalutato rispetto ad altri e per questo è necessario «mettere insieme l’Università, la scuola, le Regioni e le famiglie”.
Profumo: dopo il numero verde, serve una email
Il ministro Profumo ha ricordato che c’è “un numero verde a disposizione dei ragazzi. Ma non è sufficiente, è necessaria anche una email. E poi un sito per avere le informazioni necessarie di base in modo che i nostri ragazzi non si sentano troppo deboli. C’è una rete regionale che ci consente di avere una copertura territoriale. E oggi c’è un video sul sito dell’Autorità Garante su come usare i social network”.
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