”E’ un provvedimento importante – sottolinea il Governatore del Veneto Luca Zaia – che conferma tutto l’impegno che da anni sta profondendo la Regione Veneto con risorse proprie su questo fronte. Abbiamo approvato un bilancio lacrime e sangue che tuttavia preserva i servizi sociali e al loro interno questo servizio fondamentale e imprescindibile offerto ai bambini veneti dai tre ai sei anni che vanno a scuola in queste strutture paritarie le quali peraltro costano alla collettività un terzo delle strutture statali”.
Zaia ricorda che i bambini delle scuole per l’infanzia nel Veneto frequentano per il 68% – cioè 94.500 – le paritarie e 45 mila le statali; paritarie che sono 1.183 su 1.717 scuole per l’infanzia totali. Il motivo del contendere è che i nostri bambini, fatta 3.200 euro la media annua nazionale per bambino, costano allo Stato 1.900 euro.
”Se i 45 mila giovanissimi veneti delle scuole statali si trasferissero alle paritarie – sottolinea Zaia – lo Stato risparmierebbe 170 milioni di euro. Al contrario, se i bambini delle paritarie andassero nelle statali lo Stato spenderebbe 300 milioni di euro in più. Su questi dati continueremo la nostra battaglia contro lo Stato perchè non è possibile che una peculiarità e virtuosità del Veneto – che, del resto, non ha alternative perchè lo Stato non è in grado di garantire strutture che accolgano questi bambini – si trasformi per noi in danno. C’è disparità di trattamento. – ha sostenuto Zaia – Non c’è rispetto della Costituzione (l’articolo 30 sul diritto allo studio e l’articolo 34 sulla parità d’accesso allo studio) e non c’è rispetto della sussidiarietà che dice, in sostanza, che ogni cittadino dovrebbe essere agevolato quando crea qualcosa a favore della comunità. Questo hanno fatto le associazioni cattoliche con le scuole per l’infanzia. Non si può pensare che la comunità veneta che paga le tasse non abbia poi riscontri su questa partita nei trasferimenti da Roma”.
L’Assessore Sernagiotto ha espresso soddisfazione per l’approvazione del provvedimento e ha rilanciato: ”Il modello veneto delle scuole paritarie è un modello di sussidiarietà orizzontale importante, questa è la vera spending review, che dovrebbe far scuola a livello nazionale.
Nel Veneto le scuole paritarie sostituiscono uno Stato abbastanza assente, ricordo che in Veneto 268 Comuni su 581 non hanno scuole per l’infanzia statali. Ora c’e’ un nuovo Ministro al sociale al quale chiederò un incontro. Il precedente Ministro del Governo Monti non ha dato nessuna risposta alle tante lettere da me inviate per ottenere un incontro che facesse presente la specificità del modello veneto di scuole per l’infanzia, modello che puntiamo a far conoscere a tutta l’Italia perchè salvaguarda la qualità dell’educazione con un terzo del costo del servizio e ha attirato l’interesse anche di altre Regioni. E’ tempo di applicare la legge 62 del 2000 sulle scuole paritarie in modo completo: queste scuole hanno funzione pubblica come quelle statali e devono essere finanziate entrambe. Però solitamente non è così, si finanziano solo le statali dimenticando il principio di sussidiarietà orizzontale di cui si parla tanto.
Spero che la Ministra Carrozza comprenda e possa condividere con il Veneto una progettualità che potrebbe essere sperimentata e poi, se del caso, trasferita a livello nazionale”.
I contributi regionali sono stati assegnati in conto gestione, secondo quanto prevede la legge regionale n. 23 del 1980. Dei 16,5 milioni di euro di contributi complessivi previsti 1.500.000 euro sono destinati agli insegnanti di sostegno.
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