La trasformazione digitale delle scuole sembra essere ancora un miraggio vista l’assenza della banda larga nei piccoli comuni.
Questa è la fotografia scattata dall’analisi del report di Indire, lavoro svolto per il progetto di Attuazione del Piano per l’Istruzione rivolto alle aree montane e rurali del nostro Paese per il MIUR e ANCI.
La ricerca di Indire
In particolare come riporta il report, nell’ambito della collaborazione Indire con ANCI, volta a fornire indirizzi utili per l’attuazione del “Piano per l’istruzione” rivolto in particolare alle aree rurali e montane del Paese (Legge n. 158/2017), è stata svolta una indagine che ha come obiettivo ultimo quello di individuare quali ‘tipologie’ di collaborazioni esistono fra scuola e territorio; comprendere l’esistenza di pratiche didattiche e organizzative di collaborazione scuola-territorio da promuovere”. L’analisi è stata realizzata tramite un questionario rivolto ai piccoli comuni e alle piccole scuole presenti in tali territori.
Il questionario è stato costruito per rispondere a 3 domande:
1.Quali sono le caratteristiche dei territori in cui si trovano le piccole scuole?
2.Quali sono le condizioni che favoriscono un efficace e sostenibile funzionamento di una piccola scuola? (esempio organizzazione, didattica, risorse, finanza, qualità della leadership)
3.Quali azioni possono essere messe in campo per sostenere una piccola scuola?
Il report finale parla di una copertura con banda tradizionale per l’85% dei Comuni, il 58% è coperta da rete mobile e solo il 26% è coperto da banda larga. Per quanto riguarda in maniera più specifica le scuole oltre il 67% è coperta da una banda tradizionale, mentre solo il 36% dei plessi è coperto da banda larga.
A domanda specifica, però il 78% dei responsabili dei Plessi stessi ha affermato di esser in ogni caso contento della propria dotazione tecnologica, dato che però diventa critico se si guarda al Sud dove la percentuale di soddisfazione scende addirittura al 22%. Secondo gli esperti di Indire, però le connessioni a banda larga appaiono ancora non sufficientemente diffuse nei piccoli Comuni. “Un loro potenziamento potrebbe verosimilmente dare un aiuto sia sul fronte servizi, sia su quello didattico”, si legge nel report.
Un dato rilevante è che ben il 93% utilizza le tecnologie digitali come supporto alla didattica tradizionale, ciòè ad un utilizzo volto ad arricchire ed integrare e non a trasformare il modello didattico tradizionale. Questo utilizzo “tradizionale” dei “nuovi” media potrebbe essere dovuto ad un corpo docente di ruolo che ha ancora in larga parte necessità di una formazione metodologica sull’utilizzo del digitale
L’isolamento delle scuole nei piccoli Comuni
La desertificazione dei territori e la denatalità mettono seriamente a rischio il mantenimento della scuola e la costituzione delle classi e comportano anche un ridimensionamento di personale che non fa che rendere ancora più complessa la riorganizzazione didattica nei comuni più piccoli ed isolati. La mancanza di confronto e di scambio culturale tra docenti dovuta anche ad un esiguo numero organico penalizza di fatto la possibilità di innovare e di costruire percorsi condivisi anche tra plessi distanti. L’educazione a distanza necessaria in alcuni casi garantisce sia l’inclusione che la continuità nell’educazione anche per i ragazzi con maggiori fragilità. In particolare, la didattica a distanza viene utilizzata per la scuola domiciliare. Esistono infatti formule di “scuola in rete” stabili, inserite nella programmazione annuale che consentono di superare le condizioni di isolamento dovute a carenze nella viabilità del territorio, oppure formule saltuarie e sporadiche per consentire l’accesso alla didattica e il recupero a studenti che sono temporaneamente impossibilitati alla frequenza per motivi di salute, o per vincoli climatici, o trasferimenti ecc.).
In conclusione, il report dipinge un quadro eterogeneo tra nord e Sud, e in termini di utilizzo stesso della tecnologia tra scuola e scuola. DI fatto è proprio nelle scuole più isolate (parliamo di Isole, piccoli comuni di montagna) che deve essere garantita ancora di più una connessione a larga banda che consenta a studenti e docenti di rimanere meno “soli” potendo sfruttare appieno le potenzialità della connessione Internet e delle nuove tecnologie digitali. Da questo punto di vista sarà di grande supporto il 5G la nuova tecnologia di connettività mobile di cui già tanto si parla e che dovrebbe almeno sulla carta cambiare il nostro “modo” di essere connessi.