Non solo muscoli dunque o solo prestanza fisica o fascino, ma soprattutto laurea e conoscenza di due o tre lingue straniere che sono il minimo per essere reclutati. Il Sole 24 Ore spiega pure che per fare la spia alla James Bond, posto che ci possa essere un tale “superuomo di massa” come lo descrive Umberto Eco, occorre un curriculum più incisivo di altri al momento della selezione.
Ai “dottori” in ingegneria e informatica si affiliano senza problemi laureati in discipline umanistiche o sociologiche: del resto, come sottolinea la stessa Intelligence, «l’attività del comparto è talmente ampia e diversificata che non è possibile indicare un percorso di studi privilegiato» .
La via maestra resta la Scuola di Formazione, accessibile ai soli dipendenti del Dis (Dipartimento Informazione per la Sicurezza) e frequentata nell’anno in corso da circa 500 studenti. Ma sono sempre di più le partnership siglate con università e centri di ricerca esterni: dai protocolli di intesa per master di I e II livello con Sapienza di Roma e Politecnico di Torino agli scambi di docenze e collaborazioni informali attivati con atenei come Tor Vergata, Campus Biomedico, Luiss, Cattolica e Bocconi di Milano. Sono in ballo altre collaborazioni con le università di Firenze, Federico II di Napoli, Pavia, Alma Mater di Bologna, Politecnico di Milano e Sant’Anna di Pisa.
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