Il fatto che il corso di Laurea in Giurisprudenza, così com’è attualmente strutturato, abbia delle carenze e tanti aspetti da migliorare, è una valutazione condivisa da molti addetti ai lavori.
In questi giorni il Ministero della Pubblica Istruzione, assieme al Consiglio universitario Nazionale, si è deciso ad avviare un importante rinnovo del corso di studi, che prevede un sistema più flessibile e con maggiori competenze professionali e specialistiche.
Dall’attuale Laurea Magistrale in Giurisprudenza, che è operativa dal 2005, si tornerà a un percorso 3+2: tuttavia, rispetto alle vecchie lauree, di primo e secondo livello, la formazione sarà molto più varia e flessibile.
In un articolo pubblicato sul sito web Laleggepertutti.it si ipotizza: “è previsto un sistema 4+1, gli studenti, quindi, dopo 4 anni di studio, potranno scegliere un percorso di specializzazione di un anno. La specializzazione annuale sarà a numero chiuso (mentre il corso di laurea non avrà restrizioni all’accesso), finalizzato all’iscrizione nell’albo degli avvocati o dei notai, e comprenderà 6 mesi di praticantato, che varranno a tutti gli effetti come tirocinio professionale, ed andranno dunque decurtati dai 18 mesi di pratica. Questa previsione attua, finalmente, quanto contemplato dalla Riforma forense: gli studenti non usciranno più, dunque, dall’università senza avere ‘né arte, né parte‘, ma avranno già, o quasi, un mestiere in mano”.
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