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La laurea “paga”, ma non in Italia

La laurea porta lavoro, ma in Italia meno che in altri Paesi. E’ quanto emerge dal rapporto intermedio Ocse Education at a Glance, diffuso il 19 gennaio.

In generale, il tasso di disoccupazione per coloro che hanno un’istruzione terziaria (universitaria o comunque post secondaria) è generalmente più basso rispetto a chi ha un livello di istruzione inferiore: la media Ocse è del 13,7% per chi non ha un diploma e del 5,3% per i laureati. Tuttavia, il tasso di disoccupazione resta ancora abbastanza alto tra i giovani adulti (25-34 anni) con istruzione post secondaria in alcuni Paesi come Grecia (33,1%), Spagna (20,8%), Portogallo (18,4%), Italia (16%), Turchia (11,1%), Slovenia (10,8%).

Lo studio mostra anche che l’Italia è tra i cinque paesi Ocse (gli altri sono Messico, Portogallo, Spagna e Turchia) che hanno la più alta percentuale di persone con qualifiche basse sia tra gli adulti maturi (55-64 anni) sia tra i giovani adulti (25-34). In Portogallo e Spagna la proporzione di 25-34enni con qualifiche basse è di oltre il 30% mentre in Messico e Turchia più della metà dei 25-34enni non ha raggiunto un diploma di scuola superiore.

E’ di poca consolazione sapere che tra questi cinque Paesi soltanto in Italia la quota di 25-34enni privi di istruzione secondaria superiore resti al di sotto del 30%. Nel 2013 Italia, Grecia, Spagna e Turchia sono stati anche gli unici paesi in cui più del 30% dei 20-24 anni erano Neet. La Turchia ha la più alta percentuale di questi giovani che non lavorano, non studiano e non si formano, ma è tuttavia anche l’unico paese tra i quattro a mostrare un calo tra il 2005 e il 2013: si è passati dal 50% al 36%.

 

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Nella maggior parte dei paesi la condizione di Neet è simile tra uomini e donne. Quando però emerge una differenza sono le donne in genere a mostrare percentuali più elevate: ad esempio ci sono più di 25 punti percentuali di differenza tra la popolazione maschile e femminile Neet in Messico e Turchia. La più grande differenza a favore delle donne si osserva, invece, in Lussemburgo, dove il 5% delle donne sono Neet a fronte del 12% di uomini.

I dati mostrano pure che non esiste una diretta correlazione tra la percentuale complessiva di Neet in un Paese e il suo divario di genere: in Italia e Turchia, infatti, la percentuale di Neet considerando insieme uomini e donne è superiore al 30%, ma mentre il divario di genere è molto grande in Turchia è quasi inesistente in Italia. 

 

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Alessandro Giuliani

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