AlmaLaura, presentando a Parma il convegno “Università e Skill nella seconda fase della Globalizzazione”, alla presenza del ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, rede noto che l’età media per il complesso dei laureati del 2016 è pari a 26,1 anni: 24,9 anni per i laureati triennali, 26,9 per i magistrali a ciclo unico e 27,5 anni per i laureati magistrali biennali. Il dato tiene conto anche del ritardo nell’iscrizione al percorso universitario (ritardo rispetto alle età “canoniche” dei 19 anni per la triennale e il ciclo unico e di 22 anni per la magistrale biennale), che tra i laureati del 2016 in media è pari a 1,5 anni.
Inoltre l’età alla laurea è diminuita rispetto alla situazione pre-riforma e continua a diminuire negli ultimi anni: l’età media era infatti 27,1 anni nel 2006, di un anno più elevata rispetto alla situazione attuale.
Ma la ricerca dice pure che studiare conviene. Il tasso di occupazione è del 78% tra i laureati, contro il 65% di chi è in possesso di un diploma. Chi ha conseguito la laurea, gode di vantaggi occupazionali significativi rispetto ai diplomati di scuola secondaria superiore durante l’arco della vita lavorativa.
A questa conclusione è giunto il consorzio di 74 università italiane, che ha presentato a Parma il Rapporto sulla Condizione occupazionale intervistando 620 mila laureati di primo e secondo livello nel 2015, 2013 e 2011 intervistati rispettivamente a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.
Inoltre, nel 2012 un laureato guadagnava il 42% in più rispetto ad un diplomato di scuola secondaria superiore. Il premio salariale della laurea rispetto al diploma, in Italia, non è elevato come in altri Paesi europei (+52% per l’Ue22, +58% per la Germania e +48% per la Gran Bretagna), ma è comunque apprezzabile e significativo e simile a quello rilevato in Francia (+41%).
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Come emerge dal Rapporto, ad un anno dal titolo risulta occupato il 68% dei laureati triennali e il 71% dei laureati magistrali biennali. Il tasso di occupazione è quindi in miglioramento, seppur lievemente, rispetto le precedenti rilevazioni: dopo la contrazione tra il 2008 e il 2013 (-16 punti percentuali per i triennali; -11 per i magistrali), nell’ultimo triennio il tasso di occupazione è aumentato di oltre 2 punti percentuali per i triennali e di 1 punto per i magistrali biennali. I laureati triennali presentano, ad un anno, un tasso di disoccupazione pari al 21%, mentre i laureati magistrali biennali mostrano un tasso di disoccupazione del 20%.
L’attività autonoma riguarda il 14% dei laureati triennali e il 9% dei laureati magistrali biennali: entrambe le quote risultano in lieve diminuzione (-1 punto percentuale) rispetto all’indagine dell’anno scorso.
Per i laureati triennali sono in aumento di 1 punto percentuale i contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato (compreso quello a tutele crescenti) che passano in un anno dal 28% al 29%; sono in aumento di 5 punti percentuali anche per i laureati magistrali biennali, cresciuti in un anno dal 29% al 34%. Nell’ultimo anno si registra, tra i triennali, un aumento dei contratti non standard (in particolare alle dipendenze a tempo determinato) e, parallelamente, una diminuzione dei lavori non regolamentati da alcun contratto.
La retribuzione è in media di 1.104 euro mensili netti per i laureati triennali e di 1.153 euro mensili netti per i laureati magistrali biennali.
Per circa la metà dei laureati occupati ad un anno, il titolo risulta “molto efficace o efficace”: 51% per i laureati triennali, 48% per i magistrali biennali.
Lavora all’estero circa il 7% dei laureati magistrali biennali di cittadinanza italiana. Chi decide di spostarsi all’estero risulta “più brillante” rispetto a chi decide di rimanere in Italia a lavorare. Oltre l’80% degli occupati all’estero lavora in Europa: il 19% lavora nel Regno Unito, il 12% in Svizzera e una medesima quota in Germania, il 10% in Francia, il 6% in Spagna. E’ inferiore al 10% la quota di occupati nelle Americhe, a cui si aggiunge un ulteriore 5% di occupati in Asia. Residuali le quote relative ai laureati magistrali biennali che lavorano nel continente africano e in Oceania (2% per entrambi).
Le retribuzioni medie percepite all’estero sono notevolmente superiori a quelle degli occupati in Italia: i laureati magistrali biennali guadagnano, a cinque anni dal titolo, 2.202 euro mensili netti, +64% rispetto ai 1.344 euro dei colleghi occupati in Italia.
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