“Il significato della riforma sull’autonomia differenziata è cercare di efficientare il sistema Paese, facendo in modo che emerga un principio di responsabilità maggiore. L’accusa di voler attentare alla sua unità mi fa sobbalzare dalla sedia, vuol dire che la Costituzione prevede una sua disgregazione. Noi facciamo la nostra richiesta nell’ambito di un percorso legittimo”, così le dichiarazioni rassicuranti del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, sul sito della sua Regione.
I referendum consultivi – pur giuridicamente non necessari, né vincolanti – si sono svolti in Lombardia e Veneto il 22.10.2017 soprattutto per sensibilizzare e coinvolgere le popolazioni. Allora la Lega non era al governo nazionale e poteva essere significativo e motivante (forse anche efficiente) rivendicare la gestione della Scuola a livello regionale.
Adesso che la Lega ha “conquistato” il governo nazionale – sia pure in condominio contrastivo con M5S – e dichiara di volerci restare per gli altri quattro anni rimanenti, sorge una domanda.
Questa: “Ma se Fontana, Zaia, Bussetti, Salvini sono davvero così determinati, bravi e capaci, e visto che sono sia al governo nazionale, che in quelli regionali di Lombardia e Veneto, perché non mostrano, concretamente e in sinergia, le loro bravure iniziando ad “efficientare” non solo la Scuola delle loro Regioni, ma gradualmente tutta la Scuola italiana?” Saremmo tutti d’accordo e poi riconoscenti!
Vincenzo Pascuzzi
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