Categorie: Riforme

La Lega insiste: i prof del Sud severi al Nord e poco esigenti a casa loro per la mafia

La Lega continua puntare il dato sui docenti meridionali accusati di essere alla base delle carenze del sistema scolastico italiano ed in particolare del Nord: dopo le frasi ad effetto pronunciate dal leader del Carroccio Umberto Bossi, stavolta le parole di sdegno per la presenza di insegnanti considerati “terroni” nelle classi del Nord sono state pronunciate il 23 luglio da Paola Goisis, capogruppo della Lega Nord in Commissione Cultura a Montecitorio. Secondo Goisis gli insegnanti meridionali sarebbero in genere più severi con gli studenti del Nord, mentre nelle scuole del Sud meno esigenti perchè minacciati direttamente dalla mafia e dalla ‘ndrangheta.
L’intervento è giunto a seguito di alcuni dati resi noti dal Miur in merito agli esiti degli scrutini sull’esame di maturità, dove si evince che la maggiore concentrazione di ragazzi promossi è in Calabria, a fronte del primato delle bocciature di Veneto e Friuli Venezia Giulia.
L’on. Goisis, in pratica, sferra un attacco ancora più fermo agli insegnanti emigrati sopra il Po per trovare una cattedra libera: mentre Bossi si era “limitato” a dire che questi peccavano in “mancanza di conoscenze della nostra cultura del Nord”, il membro in Commissione Cultura della Lega prima ha detto che “gli studenti del Nord sono penalizzati rispetto ai colleghi del Sud perché le scuole sono più severe e rigorose”. Per poi aggiungere che “gli insegnanti meridionali quando vengono al Nord per insegnare, diventano più severi, soprattutto con gli studenti settentrionali. Al Sud questo non è possibile perché – ha detto testualmente la deputata del Carroccio – sono minacciati e temono la mafia e l’ndrangheta, mentre al Nord non esistono rischi di questo tipo”.
Una tesi, ha sottolineato l’esponente della Lega, derivante anche da esperienze personali: “Sono stata in quei posti e ho potuto constatare con i miei occhi quanto affermo. Del resto il documento dell’Ocse uscito su Italia Oggi, dove si legge che un 8 dato al Sud corrisponde a un 5 assegnato al Nord, è solo la conferma. Ma posso anche riportare anche esempi di studenti che conosco i quali, non essendo ammessi a esami all’università in Veneto, partivano per il Sud per sostenerli in altre facoltà e venivano promossi anche con votazioni più alte rispetto a chi, invece, era rimasto al Nord”.
Le frasi, davvero originali, di Goisis hanno raccolto immediate critiche dall’opposiozione. Ma anche da esponenti della maggioranza. “Gli insegnanti del Sud, e in generale la scuola, rappresentano una frontiera avanzata di antagonismo a Cosa nostra e a tutte le forme di mafia”, ha dichiarato Fabio Granata, capogruppo del Pdl in Commissione Cultura alla Camera e responsabile delle Politiche culturali di An. “Sia attraverso l’azione educativa e alla legalità, sia attraverso gli esempi nei comportamenti. L’onorevole Goisis è fuori strada. Ricordo agli amici della Lega – ha aggiunto Granata – che tutti i caduti nella lotta alla mafia, da Paolo Borsellino a Giovanni Falcone agli uomini delle scorte, sono per il 99 per cento siciliani o comunque uomini del Sud. E ricordo altresì che la più grande letteratura mondiale del Novecento caratterizzata da un forte impegno antimafia è rappresentata da Sciascia e Bufalino, scrittori siciliani. Bufalino diceva ‘contro la mafia è più importante un maestro che un carabiniere’. Io aggiungo: un maestro del Sud”, ha concluso Granata.
Per il senatore del Pd, Franco Bruno, le dichiarazioni rese da Goisis troverebbero origine dalla seconda bocciatura consecutiva alla maturità del figlio del Senutur Umberto Bossi. “Per favore qualcuno spieghi al capogruppo della Lega Nord in commissione Cultura alla Camera – ha fatto sapere Bruno – che non c’è affatto bisogno di scomodare la mafia e continuare ad offendere gli insegnanti meridionali per nascondere ciò che è chiaro agli occhi di tutti. La verità nuda e cruda è che bisogna semplicemente spiegare al figliolo del suo segretario nazionale, onorevole Bossi, che non è la scuola il suo punto forte e che sarebbe molto meglio se si decidesse ad andare a lavorare. Magari – ha aggiunto il senatore del Pd – lo facciano andare a lavorare in qualche fabbrica del Nord insieme agli immigrati extracomunitari e ai tanti meridionali che, nonostante dotati di laurea, sono costretti ad accettare un qualsiasi lavoro normale e contribuire così a sostenere l’economia del Nord del Paese”.
Giudizi e prese di posizione a parte il dato certo al momento il dato certo è che dopo i sindacati il partito della Lega è riuscito a compattare anche gli schieramenti politici: un potere, quello di creare schieramenti bipartisan, che non è certo facilmente replicabile.

Alessandro Giuliani

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