La legalità è una vita migliore. Iniziativa dell’A.Ge
Con immagini semplici ma efficaci, Gian Carlo Caselli ha spiegato ai giovani delle otto scuole della Lunigiana temi complessi come legalità, giustizia, mafia, omertà.
“La legalità è il rispetto delle regole – ha esordito Caselli – ma a cosa servono le regole? Il semaforo è una regola fisica che incontriamo quotidianamente. Lo rispettiamo per paura della sanzione, ma anche per evitare danni a noi e agli altri; soprattutto perché sappiamo che non rispettandolo andremmo incontro a un ingorgo colossale e la qualità della nostra vita ne risentirebbe pesantemente. Più regole ci sono, maggiore è la nostra speranza di vivere meglio: la qualità della nostra vita migliora sensibilmente”.
Parole vibranti di passione civica anche per definire il concetto di giustizia: “Osservare una regola scritta non è sufficiente affinché vi sia giustizia – ha spiegato il magistrato torinese – ci vuole qualcosa di più, l’impegno di tutti perché ciascuno abbia ciò che gli spetta. Per i credenti, e io sono uno di questi, il concetto è scolpito in una formula evangelica molto impegnativa: ‘Abbiate fame e sete di giustizia’. Per tutti vale l’articolo 3 della Costituzione, che recita: ‘Tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana’.”
Sul valore dell’impegno civicouna nota autobiografica: “Prima di chiedere il trasferimento per Palermo, dopo l’uccisione di Falcone e di Borsellino, ne parlai a lungo con i miei collaboratori e soprattutto con la mia famiglia, finché un giorno mio figlio Stefano, che allora aveva 17 anni, mi disse: “Senti papà, tutti sono bravi a dire ma non a fare. Se vuoi andare a Palermo, vai a Palermo”.”
Caselli ha ringraziato ripetutamente i ragazzi per l’ascolto attento che hanno riservato alle sue parole e ha apprezzato moltissimo le domande che gli sono state rivolte, frutto evidente di un accurato lavoro di preparazione nelle scuole.
Si è trattato di domande a dir poco impegnative: Si è mai sentito abbandonato dallo Stato? Secondo lei le mafie possono essere sconfitte in poco tempo? (Jacopo 3° liceo); In Parlamento siedono persone colluse con la mafia, com’è possibile? (Andrea 2° liceo classico); Dove ha trovato la forza di andare avanti? (Anissa 1° Geometri Pontremoli); Come si sconfigge la paura? (Istituto Pacinotti di Bagnone); C’è il rischio di sviare l’opinione pubblica con l’esasperazione del tema della sicurezza urbana? (Luca 4° Scientifico Villafranca); L’omertà è dovuta solo alla paura? (5° Ginnasio di Aulla).
La manifestazione si colloca all’interno di un percorso di formazione per i giovani lunigianesi sul tema della fiducia, nel solco della tradizione A.Ge. di attenzione alle tematiche dell’educazione, con l’obiettivo di costruire un mondo migliore per i giovani.
Il successo dell’iniziativa è da attribuire, oltre alla disponibilità del procuratore Caselli e delComune di Aulla, al grande impegno dei soci e del direttivo dell’A.Ge. “Alice e Flavio” di Aulla (Marina Pratici, Lia Fiasella, Chiara Mariotti, Ornella Marcelli, Nilla Luciani), che ha saputo tessere un efficace dialogo con le scuole e dare il meglio di sé sia in fase di organizzazione che di accoglienza dei molti intervenuti.
“E’ una grandissima emozione per me accogliere questo grande uomo – ha detto Marina Pratici, presidente dell’associazione A.Ge. ‘Alice e Flavio’ di Aulla – e questo mare di giovani è un fermo immagine bellissimo. L’incontro è stato voluto fortemente dalla nostra associazione per offrire ai giovani un importante momento di riflessione su tematiche di grande attualità come la legalità e la giustizia”. Anche il Sindaco di Aulla Roberto Simoncini ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa perché, come ha detto, “se i giovani non imparano ad affrontare le prove della vita, poi altri decideranno per loro”.