Le variazioni dell’ultimo momento alla Legge di Bilancio 2022, attraverso il maxi-emendamento presto al voto al Senato, portano 100 milioni per il personale Ata assunto a tempo determinato per il Covid-19 permettendogli di rimanere in servizio fino a giugno 2022, poi stanzia 60 milioni per la valorizzazione dei docenti e altro 20 per le scuole cattoliche d’infanzia. Tutto qui.
Per tanti altri provvedimenti d’urgenza richiesti dai sindacati, e tra i motivi dello sciopero quasi unitario del 10 dicembre scorso, ad iniziare dalle maggiorazioni stipendiali per il rinnovo di contratto scaduto da tre anni, non vi dovrebbe essere nulla. Del resto, l’esecutivo Draghi sembra avere ben altre priorità da gestire: come la pandemia ancora in corso e le bollette di gas ed energia. Secondo il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, anche alla luce di questo, le cifre aggiuntive stanziate per la scuola con la manovra di bilancio, in tutto 180 milioni, tanto bastano per poter dire che il Governo ha messo la scuola al centro della sua azione.
Il numero uno del dicastero bianco di Viale Trastevere parla di “lavoro unitario di governo e maggioranza per ribadire la centralità della scuola nella nostra azione, che continuerà anche nelle prossime ore”.
“Insieme alle forze di maggioranza – argomenta il ministro dell’Istruzione – abbiamo lavorato in questi giorni per migliorare il testo della manovra di bilancio. Con l’emendamento presentato stamattina dal Governo, ci saranno ulteriori risorse per la scuola e l’istruzione, 180 milioni, che si aggiungono a quelle già previste”.
“Le scuole – aggiunge Bianchi – avranno a disposizione 100 milioni di fondi per prorogare anche i contratti del personale ATA per fronteggiare la situazione sanitaria, oltre a quelli già disposti per gli insegnanti”, sottolinea il ministro.
“Abbiamo inoltre previsto un ulteriore incremento delle risorse per il fondo di valorizzazione del personale docente e altre risorse per le scuole dell’infanzia paritarie”, ha concluso Bianchi riferendosi anche al suo intervento di poche ore prima al XXIII Rapporto sulla Scuola Cattolica in Italia, dove aveva detto che “dobbiamo lavorare, tutti insieme, affinché tutte le bambine e tutti i bambini abbiano le stesse opportunità di istruzione”.
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