Con la Legge di Stabilità 2016, il Governo sembra aver finalmente deciso di sostenere l’Università e la Ricerca. Ma non la pensano così le associazioni studentesche.
In base a quanto emerso dalle prime informazioni sul testo della legge di fine anno, approvato dal CdM il 15 ottobre, dall’anno prossimo agli atenei verranno assegnate risorse – 50 milioni per il 2016, 75 dal 2017 – per la chiamata diretta di 500 prof, italiani e stranieri, che si sono distinti per elevato merito scientifico; e fondi – 55 milioni per il 2016, 60 a regime dal 2017 – per l’assunzione di 1.000 ricercatori.
Il responsabile del Miur, Stefania Giannini, ha spiegato che “ai migliori di loro, gli atenei potranno garantire una carriera da docente. Si tratta di una misura importante a favore di quei ragazzi che, dopo gli studi universitari, per talento e passione, ambiscono a proseguire nel campo della ricerca”.
Al piano straordinario si aggiunge lo sblocco totale del turn over per i ricercatori a tempo determinato: “Finalmente ogni università potrà fare una politica di investimento sui giovani” ha detto il ministro.
Non la pensano allo stesso modo le associazioni degli studenti, alle prese in questi giorni con l’emergenza Isee, che si aspettavano di trovare altro nella manovra del Governo e puntano il dito contro un grande assente – il diritto allo studio – nonostante il ministro Giannini si sia detta “particolarmente orgogliosa” di aver portato a casa un’altra misura “che stabilizza alla cifra di 6.000 all’anno le borse di specializzazione in Medicina che, all’insediamento del Governo, erano poco più di 3.000”.
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Per il coordinatore nazionale dell’Unione degli universitari, Jacopo Dionisio, questa legge è solo “una manovra ricca di spot, che non interviene affatto sull’università in questa grave fase emergenziale. Non sono infatti previsti fondi per il diritto allo studio, essenziali alla luce della riforma dell’Isee che vede sempre meno studenti accedere ai servizi e alle borse, né sono presenti ulteriori investimenti sul Fondo di Funzionamento Ordinario. Rispetto alla necessità più volte denunciata di assumere 20.000 docenti, la prevista assunzione di 1.000 ricercatori rischia di aumentare semplicemente la precarietà già dilagante, senza risolvere realmente il problema”.
“Questa legge di stabilità – ha dichiarato Alberto Campailla, Portavoce nazionale di Link-Coordinamento Universitario – sembra essere aria fritta per il mondo dell’Università e della Ricerca: una gigantesca presa in giro a partire dal tema del precariato e del reclutamento di nuovi docenti, ridotto al torneo internazionale per 500 docenti e all’assunzione di 1.000 ricercatori, numeri del tutto insufficienti e che dimostrano come la misura sia solamente uno spot che non risolve niente”.
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