A queste logiche, infatti, obbedisce la legge finanziaria – penalizzante per la scuola quanto le precedenti degli anni passati – che rappresenta un’altra dimostrazione, ove ancora ci fosse bisogno, colà dove dispone l’obbligo coercitivo di formazione di docenti, ancorché sprovvisti dello specifico requisito, per l’insegnamento dell’inglese, e non prevede un piano di nuove assunzioni di personale titolato e competente.
Con questa operazione il ministro Siniscalco, come da lui stesso dichiarato, intende effettuare un’economia complessiva di 234,3 milioni di euro.
Questo "aggiornamento coatto", sempre secondo Scrima, rappresenta l’ultima pessima invenzione per spremere ancora una volta la scuola e che non fornisce nessuna garanzia di acquisizione di adeguate competenze in grado di assicurare il necessario livello di qualità del servizio oltre che stravolge il sistema vigente delle regole contrattualmente definite.
Siffatta improvvida iniziativa rappresenta un ennesimo esempio di demagogia sociale che finirà per scatenare anche e soprattutto l’indignazione e il risentimento delle famiglie, che hanno tutto il diritto di esigere una risposta adeguata all’esigenza di un insegnamento di livello qualitativamente alto.